mercoledì 27 settembre 2006

L'ambiente di lavoro di LCL

Se muovo gli occhi dal pc, la prima cosa che vedo è la collega. Prima di vederla, la sento, continuamente. Parla al telefono, da sola, con il computer, con le pratiche, con il mouse. Si lamenta, mugugna, borbotta. Quasi grufola. La stazza, o meglio, il petto, la aiuta ad essere paragonata ad un suino e per questo motivo ogni tanto mi tocca guardare la sua faccia lentigginosa e bianca per avere una quasi conferma che appartenga alla razza umana.
Fortunatamente è pulita al limite della maniacalità, ma questa è un'altra storia e la mancanza di fetore non toglie il fastidio che provo nel suo grugnìo di sottofondo.
Oddio, non è neanche brutta, ma sfortunatamente la associo alle mie giornate in ufficio e per questo si di lei ricade tutta la negatività che assorbo in questo ambiente ammorbante. Lei è il mio parafulmine, il mio sfogo e di fulmini ne prende tanti... sto aspettando quello decisivo, che la arrostisca per bene e mi consenta quindi di fare una pausa pranzo decente e a base di carne porcina.
Il resto della stanza è diviso con un'altra collega che alterna momenti di gioco a solitario a momenti di svago a tetris intermezzati da telefonate a mamma. Single, petulante, pettegola. Donna con aggravante di essere single sull'orlo dei 40 anni. Ci torneremo.
Alle pareti una allegra cartina ingiallita inizio anni '80 con Germania ancora divisa e URSS nell'apogeo della sua potenza. Animaletti non ben identificati sconfinano da uno stato all'altro senza alcun documento di riconoscimento e senza di esso ho difficoltà a riconoscerne, da un lato la nazionalità, dall'altra la specie dell'essere. Intorno armadi, condizionatore e un permesso di sosta inglese abusivamente sottratto alle autorità inglese. Si dice che Scotland Yard sia sulle nostre tracce.
Dietro di me, una finestra che da sul magazzino dal quale una pianta rampicante è sistematicamente stroncata nel suo sviluppo dalla donna delle pulizie che le impedisce l'ingresso in azienda tagliandone le appendici protese verso di me. La finestra mi regala talvolta il cippettio allegro di piccoli passeri, più spesso il fastidioso e metallico smanettamento di transpallet e muletti in movimento.
Sulla scrivania pratiche verdi, mouse pad con le chiappe di una, bottiglia d'acqua (gentilmente offerta dall'azienda), telefonino personale. Nulla più. Per perdere tempo uso il pc e l'amico SpongeBob visto che il mio monitor lo vedo solo io e gli uccellini dalla finestra.
Saluti,
LCL

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Di Tengi |

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