venerdì 9 febbraio 2007
Addio ai monti
Addio, centro storico di Milano. D’ora in poi ti vedrò solo nel week-end.
Addio ai tram che sferragliano allegri: quante volte mi avete fatto stridere le orecchie e quante volte vi ho odiati. Adesso però chiudo gli occhi e vi ricordo come musica.
Addio alla nevrosi mattutina dell’uomo comune. “Scusi scende a questa fermata? E allora faccia passare! Ma non spinga! Permèsso, devo scendere!”
Addio, sciami di impiegati che vi recate al lavoro coi vostri scooter super accessoriati, come tanti mosconi che scivolano compatti ad infestare le strade.
Addio aria inquinata.
Addio, pausa pranzo con chi vuoi e dove vuoi. Addio pranzo al giapponese, soprattutto.
Addio pranzo con gli amici: “appuntamento ore 13 davanti alla Fnac!”. Mai più.
Addio risate in pausa pranzo. Addio baci e abbracci in pausa pranzo.
Addio ai passanti. Addio agli impiegati a piede libero. Addio, invidiatissime giapponesine coi vostri sacchetti di Gucci o di Prada.
Addio “mi va un cannolo siciliano, andiamo a prendercelo al bar all’angolo”.
Addio “mi va un pezzo di strudel, una fetta di torta, un biscotto, così, tanto per addolcirmi un po’, scendiamo a prenderlo?”
Addio alle vetrine di Peck, la festa più bella per gli occhi e per il palato. Addio alle sculture di cioccolato bianco.
Addio aperitivi delle 19.00 con l’unico collega che ci sta a farseli con me. Addio Negroni. Che come lo fanno lì sotto, non lo fanno da nessuna parte.
Addio alla Fnac. Addio voglie improvvise e compulsive di libri nuovi, di biglietti per un concerto o per il teatro, di cuffiette per l’i-pod.
Addio alla Standa. Addio ai tuoi tramezzini schifosi che mi hanno salvato in più di un’occasione. Addio ai punkabbestia all’ingresso con i loro cani.
Addio al bar di fiducia sotto l’ufficio. Addio barista. Addio ai tuoi bigliettini sotto la tazzina del caffè, addio cuoricini disegnati con la schiuma del latte. Addio a tutti i CD che avresti ancora potuto prestarmi e che non mi presterai più. Per quanto possa suonare strano, addio ai Red Hot Chili Peppers masterizzati.
Addio alla signora della trattoria ed ai suoi primi piatti. Che mi ha nutrito più lei in questi ultimi due anni di chiunque altro. E se crescerò sana e forte sarà merito suo.
Addio al piccolo popolo dei negozianti delle viuzze del centro. L’orologiaio, il barbiere, la grassa signora che sembra l’incarnazione milanese della Sora Lella. Addio ai muratori e al loro quartino di rosso. Addio ai piccoli grandi mestieri. I mestieri che non moriranno mai, i mestieri che ignorano l’uso del computer.
Addio alle bancarelle di Natale in via Dante. Addio odori degli incensi. Addio caldarroste. 5 Euro per 7 caldarroste, di cui una è bruciata, una è marcia, e una la fai cadere a terra perché ti ha ustionato le dita.
Addio “faccio un salto a prendere il regalo alla mamma”. Addio Rinascente.
Addio “faccio un salto a prendere il regalo per chicchessia”. Addio a tutti i negozi del centro.
Addio alla Galleria Vittorio Emanuele. Addio alle palle del Toro nel mosaico. Addio ai turisti scaramantici “gira su te stesso tenendo fermo il tacco proprio lì, dice la leggenda che porta bene!”
Addio a voi, ragazzine adolescenti, che urlate al divo di turno che vi saluta dalla terrazza del palazzo della Rinascente. Addio lacrime e ombretti coi brillantini.
Addio a te che ti volevi buttare dal tetto di Palazzo Reale: ci hai fatto prendere un bello spavento. Chissà che cosa vedevi da lassù.
Addio Palazzo Marino e addio manifestanti.
Addio alla Scala. Addio Celeste Aida forma divina.
Addio a “qui non ci si annoia mai”.
Addio a “visto quanti ragazzi carini in giro”.
Addio al cuore della Milano di giorno.
Che non è lo stesso cuore della Milano di sera.
Addio ai tram che sferragliano allegri: quante volte mi avete fatto stridere le orecchie e quante volte vi ho odiati. Adesso però chiudo gli occhi e vi ricordo come musica.
Addio alla nevrosi mattutina dell’uomo comune. “Scusi scende a questa fermata? E allora faccia passare! Ma non spinga! Permèsso, devo scendere!”
Addio, sciami di impiegati che vi recate al lavoro coi vostri scooter super accessoriati, come tanti mosconi che scivolano compatti ad infestare le strade.
Addio aria inquinata.
Addio, pausa pranzo con chi vuoi e dove vuoi. Addio pranzo al giapponese, soprattutto.
Addio pranzo con gli amici: “appuntamento ore 13 davanti alla Fnac!”. Mai più.
Addio risate in pausa pranzo. Addio baci e abbracci in pausa pranzo.
Addio ai passanti. Addio agli impiegati a piede libero. Addio, invidiatissime giapponesine coi vostri sacchetti di Gucci o di Prada.
Addio “mi va un cannolo siciliano, andiamo a prendercelo al bar all’angolo”.
Addio “mi va un pezzo di strudel, una fetta di torta, un biscotto, così, tanto per addolcirmi un po’, scendiamo a prenderlo?”
Addio alle vetrine di Peck, la festa più bella per gli occhi e per il palato. Addio alle sculture di cioccolato bianco.
Addio aperitivi delle 19.00 con l’unico collega che ci sta a farseli con me. Addio Negroni. Che come lo fanno lì sotto, non lo fanno da nessuna parte.
Addio alla Fnac. Addio voglie improvvise e compulsive di libri nuovi, di biglietti per un concerto o per il teatro, di cuffiette per l’i-pod.
Addio alla Standa. Addio ai tuoi tramezzini schifosi che mi hanno salvato in più di un’occasione. Addio ai punkabbestia all’ingresso con i loro cani.
Addio al bar di fiducia sotto l’ufficio. Addio barista. Addio ai tuoi bigliettini sotto la tazzina del caffè, addio cuoricini disegnati con la schiuma del latte. Addio a tutti i CD che avresti ancora potuto prestarmi e che non mi presterai più. Per quanto possa suonare strano, addio ai Red Hot Chili Peppers masterizzati.
Addio alla signora della trattoria ed ai suoi primi piatti. Che mi ha nutrito più lei in questi ultimi due anni di chiunque altro. E se crescerò sana e forte sarà merito suo.
Addio al piccolo popolo dei negozianti delle viuzze del centro. L’orologiaio, il barbiere, la grassa signora che sembra l’incarnazione milanese della Sora Lella. Addio ai muratori e al loro quartino di rosso. Addio ai piccoli grandi mestieri. I mestieri che non moriranno mai, i mestieri che ignorano l’uso del computer.
Addio alle bancarelle di Natale in via Dante. Addio odori degli incensi. Addio caldarroste. 5 Euro per 7 caldarroste, di cui una è bruciata, una è marcia, e una la fai cadere a terra perché ti ha ustionato le dita.
Addio “faccio un salto a prendere il regalo alla mamma”. Addio Rinascente.
Addio “faccio un salto a prendere il regalo per chicchessia”. Addio a tutti i negozi del centro.
Addio alla Galleria Vittorio Emanuele. Addio alle palle del Toro nel mosaico. Addio ai turisti scaramantici “gira su te stesso tenendo fermo il tacco proprio lì, dice la leggenda che porta bene!”
Addio a voi, ragazzine adolescenti, che urlate al divo di turno che vi saluta dalla terrazza del palazzo della Rinascente. Addio lacrime e ombretti coi brillantini.
Addio a te che ti volevi buttare dal tetto di Palazzo Reale: ci hai fatto prendere un bello spavento. Chissà che cosa vedevi da lassù.
Addio Palazzo Marino e addio manifestanti.
Addio alla Scala. Addio Celeste Aida forma divina.
Addio a “qui non ci si annoia mai”.
Addio a “visto quanti ragazzi carini in giro”.
Addio al cuore della Milano di giorno.
Che non è lo stesso cuore della Milano di sera.
Etichette: Trasloco, Ufficio Tengi
28 Commenti:
Ecco...quasi mi sono commossa...ma oggi ho la lacrima facile...
Ma... l'hai scritto stanotte!
Io mi sono commossa, senza quasi.
E dire che a Milano ci vengo soltanto una volta ogni morte di vescovo, e mi basta.
p.s.: se posso permettermi, ti sei dimenticata: addio ai portafogli sfilati con rara eleganza e nessun sospetto...
Io mi sono commossa, senza quasi.
E dire che a Milano ci vengo soltanto una volta ogni morte di vescovo, e mi basta.
p.s.: se posso permettermi, ti sei dimenticata: addio ai portafogli sfilati con rara eleganza e nessun sospetto...
Complimenti a te che hai partorito quest' ode amara tanto quanto la realtà che ti aspetta. Ma NON addio a te Tengi,... ti ritroveremo, come sempre, più forte.
Mae: lieta di averti reso l'idea... :-)
Capitano: eh tu mi puoi capire...
Maldi: anche io oggi sono frignina...
Annalisa: Milano la devi praticare per innamorartene. La devi vivere. Altrimenti ti appere sempre solo come una nuvola di smog e e gente che va di fretta... baci :-)
Fede: lo spero.
Capitano: eh tu mi puoi capire...
Maldi: anche io oggi sono frignina...
Annalisa: Milano la devi praticare per innamorartene. La devi vivere. Altrimenti ti appere sempre solo come una nuvola di smog e e gente che va di fretta... baci :-)
Fede: lo spero.
povera
Piccolo delizioso miracolo,
quando la parola scritta chiama a raccolta cuori sconosciuti,
di fronte allo stesso panorama.
E brava Tengi.
quando la parola scritta chiama a raccolta cuori sconosciuti,
di fronte allo stesso panorama.
E brava Tengi.
Milano o si ama o si odia; io la amo di inverno e la detesto con tutto il cuore d'estate.
Comunque non sai quanto possano far compagnia i tram e i treni in lontananza, prima vivevo sotto una fermata del tram, e ogni sera, sul tardi, o la mattina presto, cominciava lo stridio e il rumore...adesso che mi son trasferita in una stradina dove si sentono gli uccellini, mi mancano.
Anche perché quegli uccellini la mattina fanno un casino della madonna.
Comunque non sai quanto possano far compagnia i tram e i treni in lontananza, prima vivevo sotto una fermata del tram, e ogni sera, sul tardi, o la mattina presto, cominciava lo stridio e il rumore...adesso che mi son trasferita in una stradina dove si sentono gli uccellini, mi mancano.
Anche perché quegli uccellini la mattina fanno un casino della madonna.
... oddio mi son commossa :"( Gli addii non li reggo proprio...
Propongo a tutto il popolo accorso un minuto di raccoglimento per la nostra amatissima Tengi in segno di solidarietà e comprensione.
Tengi non ti senti avvolta da un abbraccio virtuale?
Tengi non ti senti avvolta da un abbraccio virtuale?
Si, ed è fantastico.
Secondo me la Tengi preferisce un bel brindisi! Magari con un Negroni ;)
Cara Franca, sì è vero, un bel brindisi sarebbe più adatto. Ma non vorrei che col cuore velato di tristezza dopo il primo negroni la nostra Tengi passasse al secondo, e magari ad un terzo...Sai, i fumi dell'alcool, nei momenti di picco, ti migliorano la vita. Il giorno dopo però ti risvegli per terra, sulla ceramica fredda e bianca del pavimento del bagno, ritrovandoti a fissare l'oblò della lavatrice chiedendoti:
" Signore, questo è il paradiso?"
Com'è successo a me una volta del resto.
" Signore, questo è il paradiso?"
Com'è successo a me una volta del resto.
Mannò! Tengi è meno teatrale, al massimo il mattino dopo non sente la sveglia. Tutto qua ;)
Franca...facciamo all'amore o facciamo la guerra? :-)
L'amore non è bello se non è littigarello ;) MI piace così :*
Povera Tengi... non sono mai stata a Milano ma mi hai fatto venire voglia... però poi dai... magari... anche le pecore che pascolano hanno un loro "perchè"... (Dai Tengi! stavo solo cercando di tirarti su, non mandarmi a quel paese...)
Oddio che tristezza.
Oddio che depressione.
Oddio che disperazione.
Oddio che depressione.
Oddio che disperazione.
Risponderei alla Tengi con un: “Si sta come in autunno sugli alberi le foglie”, preludio di una nuova vita di ungarettiana memoria…
Splendida e toccante fotografia di vita impiegatizia milanese: c’è davvero tutto. Abitudini, aneddoti, episodi, personaggi… davvero molto bello. Anche se si parla di Milano. Detto da un milanese che odia Milano e da una vita sogna di scappare…
Splendida e toccante fotografia di vita impiegatizia milanese: c’è davvero tutto. Abitudini, aneddoti, episodi, personaggi… davvero molto bello. Anche se si parla di Milano. Detto da un milanese che odia Milano e da una vita sogna di scappare…
Non so quanto consapevolmente hai scritto una piccola , splendida elegia della mia città .
Hai elencato luoghi , personaggi e situazioni per cui non la lascerò mai . Malgrado i suoi spaventosi difetti.
Grazie
guid0
Hai elencato luoghi , personaggi e situazioni per cui non la lascerò mai . Malgrado i suoi spaventosi difetti.
Grazie
guid0
solidarietà. MASSIMA solidarietà.
e soprattutto viva il centro.
e soprattutto viva il centro.
Guid0: Prego. Forse le cose che faccio con minor consapevolezza sono quelle che mi vengono meglio... :-)
Edi: sempre viva.
Edi: sempre viva.
Sigh,Tengina...fa un effetto così strano leggerti triste :O(
Oltre all'abbraccio ed alla solidarietà vorrei trovare parole di conforto,ma è difficile.
E so anche quanto sia dura lasciare i luoghi che ami,perchè l'ho vissuto in prima persona per 9 anni,lavorando in un posto dove in più non conoscevo nessuno,neppure i colleghi.
Però tutto scorre, e difatti son tornata a respirare da qualche anno l'aria del borgo natio.
Cerca di torturarti il meno possibile...i week end e le ferie arriveranno in un lampo,vedrai.
Oltre all'abbraccio ed alla solidarietà vorrei trovare parole di conforto,ma è difficile.
E so anche quanto sia dura lasciare i luoghi che ami,perchè l'ho vissuto in prima persona per 9 anni,lavorando in un posto dove in più non conoscevo nessuno,neppure i colleghi.
Però tutto scorre, e difatti son tornata a respirare da qualche anno l'aria del borgo natio.
Cerca di torturarti il meno possibile...i week end e le ferie arriveranno in un lampo,vedrai.
E' una bellissima "dichiarazione d'amore" a Milano...
(Ma dove vai ora? Forse mi son persa qualcosa nei post precedenti? :-*)
(Ma dove vai ora? Forse mi son persa qualcosa nei post precedenti? :-*)
sembra quasi che ti abbiano trasferito in bicocca :P
coraggio, il centro di questo paesone rimane sempre a mezzoretta di mezzi pubblici
coraggio, il centro di questo paesone rimane sempre a mezzoretta di mezzi pubblici
Non si tratta di Bicocca. Magari lo fosse. E' ben peggio.
Mi rendo conto che sono io che devo ringraziare voi per i vostri commenti. Leggendoli mi sembra quasi che, nonostanti i nostri rapporti si basino esclusivamente su post e commenti, abbiate cominciato a conoscermi.
E questo mi fa immensamente piacere, perchè significa che da queste pagine semiserie, da questo strampalato teatrino, qualche battuta, per quanto mal recitata, è in grado di arrivare sino a voi e da voi ritornare a me.
"Coraggio facciamo del nostro meglio, ché il pubblico è in forma stasera..."
Mi rendo conto che sono io che devo ringraziare voi per i vostri commenti. Leggendoli mi sembra quasi che, nonostanti i nostri rapporti si basino esclusivamente su post e commenti, abbiate cominciato a conoscermi.
E questo mi fa immensamente piacere, perchè significa che da queste pagine semiserie, da questo strampalato teatrino, qualche battuta, per quanto mal recitata, è in grado di arrivare sino a voi e da voi ritornare a me.
"Coraggio facciamo del nostro meglio, ché il pubblico è in forma stasera..."
IO FACCIO IL PUBBLICO PARLANTE! POSSO? POSSO? Faccio quella vecchia, brutta, che a 60 si fa ancora le treccine!
va bene. ma ti prego, non scartare le caramelle mentre c'è lo spettacolo...
ciao :**