mercoledì 2 maggio 2007
Roma amor
La città in cui avrei sempre voluto abitare.
La città in cui per poco non sono andata ad abitare. Anni fa.
La città che è come un'amica con cui rischiare tutto.
La città che ti dice che in fondo provarci non è poi così difficile.
Un viaggio
che inizia con tre Desperados in treno. Una per ciascuna delle tre desperadas sedute ai posti 15, 16 e 17. Alla faccia delle mamme con bambini che le guardano storto. Tre amiche sono in treno e vanno.
Una giornata
all'insegna del mal di piedi e di una città tutta da calpestare. Il ciottolato sconnesso su cui è passata talmente tanta gente, che non è possibile che non sia passato anche qualcuno come loro. E non c'è angolo di strada o piazza in cui si sentano sole.
Le statue. I marmi. Le pietre. Le scalinate. I santi. Le mani venose. I mantelli dei cavalieri. Le spade. Le chiappe dei cavalli. Il miracolo capitolino dell'equilibrio bronzeo su tre zampe. Gli obelischi svettanti. La storia passata. E il presente delle strade, delle piazze. La gente, quanta.
Un tramonto
in un Campo. Come a Venezia. Il Campo, il Campetto, il Campiello: nomi che indicano piazze che sono come salotti. Piazze da vivere, meglio se con gli amici. Piazze per pensare. Piazze per dire delle cose. E' quello de' Fiori è un campo dove la Tengi passerebbe tutta la notte. Aperitivo in terra straniera. La Tengi pensa che è meglio non fidarsi a chiedere il solito che bevono alle Biciclette di Milano, chissà se qui lo conoscono. Potrebbero rischiare di fare la figura delle fighette milanesi, anche se non lo sono. E allora meglio un mojito.
Una cena in un ristorante
con un nome buffo, dove c'è un cameriere uguale a Franco Califano, con gli stessi occhiali blusfumato. Il vino è servito con delicatezza: "Chi assaggia?" E tutte pronte a indicare : "Lei!". Una sicurezza che fa chiedere al cameriere "E' un sommelier?". No, alcolizzata di classe.
Sono quei momenti in cui esistono solo gli amici, le chiacchiere, il vino e la musica. E davvero, tutto il resto è noia.
Una notte
al Circolo degli Artisti. Che dentro è come tanti posti milanesi già visti. Camaròn, stanzòn, pareti dipinte di scuro e odore di corpi pigiati. Però fuori stupisce grazie a un bellissimo giardino all'aperto, con tanto di rose. Rose ovunque. Rose belle, rosse, curate.
Il Circolo degli Artisti ha circolato la testa a tutte e tre. Il rimbombo, la gente, la ressa. Quattro parole veloci scambiate con quel pischelletto che le tre amiche avevano conosciuto che non era nessuno o quasi e ora fa il veejay a MTV. E beato lui. Gli hanno fatto un nuovo taglio fashion e gli hanno messo addosso dei nuovi vestiti fashion. Parla molto fashion. Ti racconta cose normalissime con quella noncuranza sciccosa di chi ha tante cose per la testa. Il labbrino imbronciato, lo sguardo tenebroso. E' davvero molto fashion, inside. Solo che ancora ha il vizio di non guardare in faccia le persone.
E poi finalmente incontrano il Re Panzone. Quel Trimalcione Romano che si spinse tanto al largo con una di loro che ora lei gli vorrebbe spezzare lo zampino.
La storia del Re non sarebbe neanche degna di essere narrata. E' simile a molte altre. A tutte è capitata una storia così. Conoscere un uomo e seguirlo nelle sue amorose follie con la testa, col corpo, con i sogni. Vivere giorni mai pensati possibili sino ad allora. Diventare un po' pazze. Fino a quando lui non decide di mettere al suo posto un Alieno irriconoscibile, mai visto e mai sentito prima, sostenendo che quello è Lui, e che la persona che fino a quel momento aveva occupato il lato sinistro del letto era un essere nato dal caso, dalle circostanze, un ologramma evanescente. Quindi prendere o lasciare, bambina. Non si può che lasciare.
E questa è la storia del Re. E se prima era un Re con la sua corte, ora è solo un Re Panzone, ingrassato prima del tempo.
Con aria forse un po' colpevole e sfuggente, il Re saluta le tre amiche "Ahò, là ce stanno Ciccio e Paola. Sotto le Rose. Annate a salutarli". Ciccio e Paola. E' vero, ci sono anche loro. Amici indivisibili, Ciccioepaola. So' simpatici Ciccio e Paola. Ciccio alla Tengi le offre pure da bere. Solo che in 'sti posti i cocktail so' troppo annacquati. E un Vodka Orange diventa un Citropapocchio. Che tristezza. E comunque co' Ciccio e Paola se parla un po' de tutto. La Tengi si chiede come facciano ad essere amici del Re Panzone e come facciano a sopportarlo. Sarà perché sono amici sin dal liceo.
Ritorno in macchina in sei col Ciccio che guida. Il sedile di dietro accoglie quattro sederi. La Tengi in questi casi vorrebbe tanto portare la 40. La sua amica dorme o così pare. La Paola ha la chiacchiera allegra perché è una persona allegra. Sono quelle persone di fronte alle quali ti vergogni di essere triste. Il quarto sedere non parla molto ma è giustificato: è un musicista. Starà componendo una canzone dal titolo "ieri so' uscito co' tre sgallettate del Nord oh yeah".
Se non ci fosse stata la terza amica, detta il Maresciallo della Guida, seduta al posto del navigatore, il Ciccio sarebbe andato a inchiappettare l'auto davanti in seguito a brusca frenata. Ma chissenefrega, forse manco se ne sarebbero accorti, almeno i quattro sederi dietro. Anvedi er Ciccio che ce stava a combinà. Sarebbe sceso dall'auto sentendosi colpevole perché erano in sei in macchina e di fronte al poliziotto avrebbe detto battendosi il petto "basta basta ve prego confessamo tutto" E loro di risposta:"a 'nfame, a 'nfamone c'hai fatto carceraaaa''". Sta mano po' esse fero e po' esse piuma, ma col Ciccio è stata piuma. Le tre al Ciccio vogliono già bene perché è molto carino nonché gentile ed educato con le straniere. E se salisse al Nord farebbero a gara per ospitarlo a casa loro.
Un altro giorno
e squadra che vince non si cambia. Di nuovo a giro. E di nuovo al Campo.
Ma dove s'è mai sentito che le noccioline all'aperitivo si debbano pagare? Pazzesco. E meno male che la Tengi e le sue amiche le odiano, le noccioline. A ore 12 c'è uno che guarda insistentemente la Tengi. A lei sembra di averlo già visto.
Riunite tre donne e parleranno di uomini. Riunite tre donne e date loro da bere e parleranno di sesso. Ebbene si, si ride. Si ride delle performance del Re Panzone e di altri. Senza sensi di colpa, perché comunque tutti costoro un pezzetto di cuore se lo sono preso. Offrissero almeno due risate in cambio, che diamine.
Un'altra notte
e i loro passi sul ciottolato sconnesso. La Tengi adora quei ciottoli, anche se ci cammina male. Proibiti i tacchi alti a Roma, a meno di seguire un corso di equilibrismo. Adora i ciottoli. Adora l'immondizia ai lati delle strade, adora il Tevere. Forse perché è alticcia. La balla triste e poi la balla allegra e poi la balla blasfema. Meno male che è in compagnia di chi la conosce bene e non si stupisce più di nulla.
N'altra sbevazzata al Freni&Frizioni. Che nome. Quando Ciccio ne parlò la sera prima loro pensarono che le stesse pigliando per il culo. Alla Tengi e alle sue amiche comunque piacciono 'sti posti un po' sgrausi, un po' lasciati a loro stessi e alle persone che li frequentano. Certo che paiono un po' fiacchi, sti romani, seduti sui muretti con la schiena curva e atteggiamento rassegnato. Sempre meglio dei milanesi che a volte sembra abbiano un palo nel culo, ma insomma.
Un ultimo sguardo
ai Teatri.
I teatri che hanno il nome di Albertazzi, di Patroni Griffi, e di tanti altri, ad indicare a chi appartengono. La corte privata dei Re del palcoscenico.
E quel Teatro Brancaccio dove la Tengi anni prima dimenticò il cuore e un pezzetto del suo sorriso. Tanto che ancora adesso pensa a come fare per andare a riprenderselo. E ricorda la Roma di quella notte, quando tutto sembrava possibile. La Roma in cui Pazzaglia le disse che era davvero brava, pace all'anima sua. La Roma di quella notte in cui parlò con persone sconosciute, in Piazza Venezia, un po' di tutto, fino alle 6 del mattino. La Roma della speranza. La Roma che le aveva promesso qualcosa.
La città in cui per poco non sono andata ad abitare. Anni fa.
La città che è come un'amica con cui rischiare tutto.
La città che ti dice che in fondo provarci non è poi così difficile.
Un viaggio
che inizia con tre Desperados in treno. Una per ciascuna delle tre desperadas sedute ai posti 15, 16 e 17. Alla faccia delle mamme con bambini che le guardano storto. Tre amiche sono in treno e vanno.
Una giornata
all'insegna del mal di piedi e di una città tutta da calpestare. Il ciottolato sconnesso su cui è passata talmente tanta gente, che non è possibile che non sia passato anche qualcuno come loro. E non c'è angolo di strada o piazza in cui si sentano sole.
Le statue. I marmi. Le pietre. Le scalinate. I santi. Le mani venose. I mantelli dei cavalieri. Le spade. Le chiappe dei cavalli. Il miracolo capitolino dell'equilibrio bronzeo su tre zampe. Gli obelischi svettanti. La storia passata. E il presente delle strade, delle piazze. La gente, quanta.
Un tramonto
in un Campo. Come a Venezia. Il Campo, il Campetto, il Campiello: nomi che indicano piazze che sono come salotti. Piazze da vivere, meglio se con gli amici. Piazze per pensare. Piazze per dire delle cose. E' quello de' Fiori è un campo dove la Tengi passerebbe tutta la notte. Aperitivo in terra straniera. La Tengi pensa che è meglio non fidarsi a chiedere il solito che bevono alle Biciclette di Milano, chissà se qui lo conoscono. Potrebbero rischiare di fare la figura delle fighette milanesi, anche se non lo sono. E allora meglio un mojito.
Una cena in un ristorante
con un nome buffo, dove c'è un cameriere uguale a Franco Califano, con gli stessi occhiali blusfumato. Il vino è servito con delicatezza: "Chi assaggia?" E tutte pronte a indicare : "Lei!". Una sicurezza che fa chiedere al cameriere "E' un sommelier?". No, alcolizzata di classe.
Sono quei momenti in cui esistono solo gli amici, le chiacchiere, il vino e la musica. E davvero, tutto il resto è noia.
Una notte
al Circolo degli Artisti. Che dentro è come tanti posti milanesi già visti. Camaròn, stanzòn, pareti dipinte di scuro e odore di corpi pigiati. Però fuori stupisce grazie a un bellissimo giardino all'aperto, con tanto di rose. Rose ovunque. Rose belle, rosse, curate.
Il Circolo degli Artisti ha circolato la testa a tutte e tre. Il rimbombo, la gente, la ressa. Quattro parole veloci scambiate con quel pischelletto che le tre amiche avevano conosciuto che non era nessuno o quasi e ora fa il veejay a MTV. E beato lui. Gli hanno fatto un nuovo taglio fashion e gli hanno messo addosso dei nuovi vestiti fashion. Parla molto fashion. Ti racconta cose normalissime con quella noncuranza sciccosa di chi ha tante cose per la testa. Il labbrino imbronciato, lo sguardo tenebroso. E' davvero molto fashion, inside. Solo che ancora ha il vizio di non guardare in faccia le persone.
E poi finalmente incontrano il Re Panzone. Quel Trimalcione Romano che si spinse tanto al largo con una di loro che ora lei gli vorrebbe spezzare lo zampino.
La storia del Re non sarebbe neanche degna di essere narrata. E' simile a molte altre. A tutte è capitata una storia così. Conoscere un uomo e seguirlo nelle sue amorose follie con la testa, col corpo, con i sogni. Vivere giorni mai pensati possibili sino ad allora. Diventare un po' pazze. Fino a quando lui non decide di mettere al suo posto un Alieno irriconoscibile, mai visto e mai sentito prima, sostenendo che quello è Lui, e che la persona che fino a quel momento aveva occupato il lato sinistro del letto era un essere nato dal caso, dalle circostanze, un ologramma evanescente. Quindi prendere o lasciare, bambina. Non si può che lasciare.
E questa è la storia del Re. E se prima era un Re con la sua corte, ora è solo un Re Panzone, ingrassato prima del tempo.
Con aria forse un po' colpevole e sfuggente, il Re saluta le tre amiche "Ahò, là ce stanno Ciccio e Paola. Sotto le Rose. Annate a salutarli". Ciccio e Paola. E' vero, ci sono anche loro. Amici indivisibili, Ciccioepaola. So' simpatici Ciccio e Paola. Ciccio alla Tengi le offre pure da bere. Solo che in 'sti posti i cocktail so' troppo annacquati. E un Vodka Orange diventa un Citropapocchio. Che tristezza. E comunque co' Ciccio e Paola se parla un po' de tutto. La Tengi si chiede come facciano ad essere amici del Re Panzone e come facciano a sopportarlo. Sarà perché sono amici sin dal liceo.
Ritorno in macchina in sei col Ciccio che guida. Il sedile di dietro accoglie quattro sederi. La Tengi in questi casi vorrebbe tanto portare la 40. La sua amica dorme o così pare. La Paola ha la chiacchiera allegra perché è una persona allegra. Sono quelle persone di fronte alle quali ti vergogni di essere triste. Il quarto sedere non parla molto ma è giustificato: è un musicista. Starà componendo una canzone dal titolo "ieri so' uscito co' tre sgallettate del Nord oh yeah".
Se non ci fosse stata la terza amica, detta il Maresciallo della Guida, seduta al posto del navigatore, il Ciccio sarebbe andato a inchiappettare l'auto davanti in seguito a brusca frenata. Ma chissenefrega, forse manco se ne sarebbero accorti, almeno i quattro sederi dietro. Anvedi er Ciccio che ce stava a combinà. Sarebbe sceso dall'auto sentendosi colpevole perché erano in sei in macchina e di fronte al poliziotto avrebbe detto battendosi il petto "basta basta ve prego confessamo tutto" E loro di risposta:"a 'nfame, a 'nfamone c'hai fatto carceraaaa''". Sta mano po' esse fero e po' esse piuma, ma col Ciccio è stata piuma. Le tre al Ciccio vogliono già bene perché è molto carino nonché gentile ed educato con le straniere. E se salisse al Nord farebbero a gara per ospitarlo a casa loro.
Un altro giorno
e squadra che vince non si cambia. Di nuovo a giro. E di nuovo al Campo.
Ma dove s'è mai sentito che le noccioline all'aperitivo si debbano pagare? Pazzesco. E meno male che la Tengi e le sue amiche le odiano, le noccioline. A ore 12 c'è uno che guarda insistentemente la Tengi. A lei sembra di averlo già visto.
Riunite tre donne e parleranno di uomini. Riunite tre donne e date loro da bere e parleranno di sesso. Ebbene si, si ride. Si ride delle performance del Re Panzone e di altri. Senza sensi di colpa, perché comunque tutti costoro un pezzetto di cuore se lo sono preso. Offrissero almeno due risate in cambio, che diamine.
Un'altra notte
e i loro passi sul ciottolato sconnesso. La Tengi adora quei ciottoli, anche se ci cammina male. Proibiti i tacchi alti a Roma, a meno di seguire un corso di equilibrismo. Adora i ciottoli. Adora l'immondizia ai lati delle strade, adora il Tevere. Forse perché è alticcia. La balla triste e poi la balla allegra e poi la balla blasfema. Meno male che è in compagnia di chi la conosce bene e non si stupisce più di nulla.
N'altra sbevazzata al Freni&Frizioni. Che nome. Quando Ciccio ne parlò la sera prima loro pensarono che le stesse pigliando per il culo. Alla Tengi e alle sue amiche comunque piacciono 'sti posti un po' sgrausi, un po' lasciati a loro stessi e alle persone che li frequentano. Certo che paiono un po' fiacchi, sti romani, seduti sui muretti con la schiena curva e atteggiamento rassegnato. Sempre meglio dei milanesi che a volte sembra abbiano un palo nel culo, ma insomma.
Un ultimo sguardo
ai Teatri.
I teatri che hanno il nome di Albertazzi, di Patroni Griffi, e di tanti altri, ad indicare a chi appartengono. La corte privata dei Re del palcoscenico.
E quel Teatro Brancaccio dove la Tengi anni prima dimenticò il cuore e un pezzetto del suo sorriso. Tanto che ancora adesso pensa a come fare per andare a riprenderselo. E ricorda la Roma di quella notte, quando tutto sembrava possibile. La Roma in cui Pazzaglia le disse che era davvero brava, pace all'anima sua. La Roma di quella notte in cui parlò con persone sconosciute, in Piazza Venezia, un po' di tutto, fino alle 6 del mattino. La Roma della speranza. La Roma che le aveva promesso qualcosa.
E adesso dopo anni. Roma nun fa' la stupida stasera, e nun fa' finta de niente. Damme na mano.
Una città che è come un'amica con cui rischiare tutto.
Una città che ti dice che in fondo provarci non è poi così difficile.
Un viaggio che è come la Descrizione di un Attimo.
E in un attimo, sparisce.
E lungo i binari del ritorno i mille pensieri di un pomeriggio compongono un'epigrafe che recita:
Roma.
S.P.Q.R.
Sempre Presente Quel Ricordo.
Una città che è come un'amica con cui rischiare tutto.
Una città che ti dice che in fondo provarci non è poi così difficile.
Un viaggio che è come la Descrizione di un Attimo.
E in un attimo, sparisce.
E lungo i binari del ritorno i mille pensieri di un pomeriggio compongono un'epigrafe che recita:
Roma.
S.P.Q.R.
Sempre Presente Quel Ricordo.
Etichette: DiverTengi
26 Commenti:
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Tengi .. sei divina nello scrivere tanto quanto Roma ad aver fatto storia. Mi sa che anche tu stai facendo storia. Come la facesti in quella notte dove non quella triste, non quella allegra, non quella blasfema, ma quella molesta ti aveva fatto balla-re davvero un bel po'. Enjoy!
adoro Roma, se potessi cambiare città dove vivere penso sceglierei la capitale.....
Quanto mi inorgoglisce sentir parlare così della mia città *_*
Scappiamo a Roma io e te ??
Tengi, la prossima volta può aggiungersi un'amica al posto n. 18??
Adoro Roma!!
Adoro Roma!!
sensazioni : zingarata, ferita che sanguina (stile tagliettino sul dito fatto col bordo del foglio di carta), conto in sospeso...
colonna sonora : "Bomba o non bomba", "Amici mai", "Giulia" (o Tengi?). Antonello Venditti
citazione romana : "A ragionà cor cazzo se fanno solo cazzate"
colonna sonora : "Bomba o non bomba", "Amici mai", "Giulia" (o Tengi?). Antonello Venditti
citazione romana : "A ragionà cor cazzo se fanno solo cazzate"
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Sniff sob sniff :"( Io l'unica esperienza che ho avuto a Roma è stato un ultimo dell'anno. L'ultimo dell'anno più bello della mia vita. Primo perchè sono riuscita a non perdere una gamba grazie ai botti fatti scoppiare tra la gente, secondo perchè nessun polizzioto mi ha fermata o interrogata mentre passavo la notte a dormire sulle panchine :D Troppo sghicio!
Anche io tanto tempo fa sembrava dovessi andare a vivere a Roma. Sono rimasta a Bologna. Bellissimo post, cara Tengi.
mo mi metto a piangere :)
che carino sto post.
baci
p.s.
scrausi, non sgrausi.
almeno a roma.
che carino sto post.
baci
p.s.
scrausi, non sgrausi.
almeno a roma.
bello questo post! capisco e conosco bene roma. La trovo insostituibile.
o.t.: ero a genova, per qualche ora, allo zenacamp. Avevo visto che ti eri iscritta e quindi mi sono messa a guardare "le tette" di tutte le femmine che c'erano per leggere il nome sulla spilletta ma non t'ho trovata!
:-)
ciao
o.t.: ero a genova, per qualche ora, allo zenacamp. Avevo visto che ti eri iscritta e quindi mi sono messa a guardare "le tette" di tutte le femmine che c'erano per leggere il nome sulla spilletta ma non t'ho trovata!
:-)
ciao
Roma è spontaneità, è voglia di vivere, è il sole che sbatte sui sampietrini, la pizza con la mortadella, le macchine che sfrecciano ai fori, i fori illuminati la notte, il tevere che ti resta dentro anche quando da Roma te ne vai per tanto tempo. A Roma ci ritorni sempre perchè Roma è come una sorella: ti accoglie, ti fa sentire viva, ti fa sentire bene.
Ciao amica mia..
le tue parole mi fanno rivivere le emozioni che oggi, solo poche ore dopo il rientro, già credevo di aver scordato.. ebbene si. Non è stato facile lasciarsi scrollare di dosso la magia.. giù, giù, sempre più in basso, fino a farla uscire fuori dalle scarpe.. ed avere la sensazione di non riuscirla più a riacchiappare. Ci starebbe bene una desperados in questo momento, perchè in fondo è così che mi sento, ma che desperados sarebbe senza di te, senza di voi compagne di viaggio e un po' compagne di vita. Un pezzo di cuore è rimasto là, incollato ai monumenti, alle statue, alle chiappe dei cavalli.. ma il pezzo più grande lo custodisco quì con me ed in esso ci siete Voi, amiche mie.. e allora, cara Tengi, facciamo sì che Roma ci lasci un insegnamento: cambiare è possibile! fare le cose più assurde è possibile! quelle che non ci saremmo mai aspettate di fare, quelle che ci segnano dentro, quelle che PER FORTUNA CHE NON CE LE SIAMO FATTE SCAPPARE!
Buona fortuna. A te, alla nostra mamma delle gite fuori porta, a me che spero di ingrassare presto.. un bacio
le tue parole mi fanno rivivere le emozioni che oggi, solo poche ore dopo il rientro, già credevo di aver scordato.. ebbene si. Non è stato facile lasciarsi scrollare di dosso la magia.. giù, giù, sempre più in basso, fino a farla uscire fuori dalle scarpe.. ed avere la sensazione di non riuscirla più a riacchiappare. Ci starebbe bene una desperados in questo momento, perchè in fondo è così che mi sento, ma che desperados sarebbe senza di te, senza di voi compagne di viaggio e un po' compagne di vita. Un pezzo di cuore è rimasto là, incollato ai monumenti, alle statue, alle chiappe dei cavalli.. ma il pezzo più grande lo custodisco quì con me ed in esso ci siete Voi, amiche mie.. e allora, cara Tengi, facciamo sì che Roma ci lasci un insegnamento: cambiare è possibile! fare le cose più assurde è possibile! quelle che non ci saremmo mai aspettate di fare, quelle che ci segnano dentro, quelle che PER FORTUNA CHE NON CE LE SIAMO FATTE SCAPPARE!
Buona fortuna. A te, alla nostra mamma delle gite fuori porta, a me che spero di ingrassare presto.. un bacio
l'unica cosa bella di questa giornata è stato il tuo post.
grazie TENGI
saluto dalla VitelladaiPiedidiBalsa(laVale)
grazie TENGI
saluto dalla VitelladaiPiedidiBalsa(laVale)
la prossima volta vengo pure io eh
-.-
-.-
Tengi concordo con te Roma è stupenda, mia sorella ci abita, studia all'università. Noi poveri mortali abituati a vivere in piccole città che sono villaggi rispetto a Roma.... che ci vuoi fare forse appreziamo di più quello che ci circonda. I piedi come stanno oggi?
Complimenti per il tuo post! meglio il mal di piedi che esser in ufficio.....:)
Complimenti per il tuo post! meglio il mal di piedi che esser in ufficio.....:)
amo roma
però preferisco firenze
però preferisco firenze
Vi conosco tutte e tre e conosco la capacità dei vostri stomaci quanto ad alcool...:-)...immagino i discorsi "coloriti" ed i bersagli preferiti...poveri quei bersagli, crivellati dai vostri colpi ferali...
Dasvidania!!!
Dasvidania!!!
Iso lo Zar si è ripreso dalla febbre postRussia? perchè io venerdì devo ricominciare la dieta liquida/alcolica e la Tengi sa il perchè
LaVale
LaVale
che bello 'sto diario di viaggio :)
ciccio, ma per caso sei QUEL ciccio? :-)
Tengi, come al solito sei stata in grado di dipingere con i colori del cuore l'ennesima gita in terra altrui. Senza tralasciare la tua sempiterna ironia che mi fa sempre tanto ridere. Baci
p.s. SMETTILA DI SVEGLIARMI CON I TUOI MESSAGGINI DURANTE IL MIO GIORNO LIBERO! Grazie
p.s. SMETTILA DI SVEGLIARMI CON I TUOI MESSAGGINI DURANTE IL MIO GIORNO LIBERO! Grazie
Domani ore 19.00: come Fantozzi sono fuori dal pericolo della visita fiscale...scatto da centometrista verso la piazza e parte una scarica di aperitivi a base di vodka...ore 21.00 morte civile...domani mi sbullono il fegato e lo butto nel primo cassonetto...Tengi ci sei?
torno nuovamente a rileggere questo post. mi tornano in mente troppe cose.. lo spirito con cui è stato scritto ha un profumo familiare..grazie
sono "questo" ciccio, magari coincide con "quel"... tu quale intendi? :)
comunque no, non sono "quel" ciccio. vabbè, non è la prima volta che deludo una donna... :p