lunedì 12 marzo 2007

La calunnia è un venticello, un'auretta assai gentile

Ovvero, dello spettegolar stupido e poco divertente.

I componenti del mio nuovo gruppo di lavoro amano il cicalar acido e sommesso, in pausa pranzo.

E davanti agli ottimi piatti della mensa, me presente, navigando a vista ma sapendo benissimo dove vogliono arrivare, amano dirigere l'argomento della conversazione lungo la rotta delle difficoltà quotidiane che incontrano nello svolgimento delle loro stupide mansioni, col risultato di approdare inesorabilmente alle rassicuranti spiagge dell'invettiva spietata nei riguardi di questo o quel collega.
L'invettiva è monotematica: sempre incentrata su grevi argomenti lavorativi e giammai personali (scadenze non rispettate, imprecisioni, ecc), nel tentativo inutile quanto beota degli accusatori di dimostrarsi seri e professionali persino nel classico gioco della malignità infra-aziendale.
L'invettiva non fa ovviamente nomi né cognomi: tuttavia essa è facilmente riconducibile all'oggetto di calunnia, dacché viene accompagnata da veloci movimenti della forchetta atti a segnalare l'ignara vittima della requisitoria, che spesso si trova nel tavolo a fianco.
L'invettiva si dipana in un ciarlare fitto e sommesso: il tono della calunnia si accompagna ad una pesantezza mai udita, come se da essa dipendesse il futuro dell'azienda. Per quanto sommessi, gli insulti giocoforza giungono alle mie orecchie, che mi trovo a circa 30 centimetri dalla sorgente sonora (leggesi bocca ciarlante che da troppo tempo non conosce altro uso della lingua che non sia quello di ghiandola secernente veleno).

Di fronte a tutto ciò, la Tengi rassegnata scuote la testa, nel constatare quanto queste persone adulte e vaccinate, con uno stipendio da urlo, siano ancora impreparate sui fondamentali, che riporto per compassione.

Regola dell'esclusiva: Quando si decide di spalar fango contro qualcuno, è consigliabile farlo assicurandosi che non siano presenti terzi i quali, di fronte a tanto livore, potrebbero presagire che un giorno o l'altro toccherà anche a loro, e decidere di prendere le proprie contromisure preventive.
Pertanto, se devi sparlare dei colleghi, scegliti un compagno con cui farlo, uno solo. Sceglitelo fidato, e sincerati di essere tu a tua volta il suo compagno unico. Non sceglierne due: potrebbe accedere che facciano combutta tra di loro escludendoti, e che un giorno si chiedano come mai si siano sempre astenuti dallo sparlare di te, che offri così tanto materiale in proposito.
Di nuovo sparlate da soli, mai alla presenza di terzi. Mai, mai. I terzi potrebbero prendervi per stronzi, se sono persone serie, o semplicemente per babbei, se sono persone normali.

Regola della leggerezza: I miei colleghi, gente tanto intelligente sul lavoro quanto ottusa sul resto, ama, anche nel cicaleccio vacuo, insultare le persone per quello che combinano sul lavoro. Ma la sparlata su temi di incompetenza/imprecisione/dabbenaggine lavorativa, si sa, non ha appigli oggettivi. A volte, frequentando alcuni colleghi considerati degli incompetenti sulla base di prove indiziarie, si scopre che in realtà non lo sono per nulla.
Pertanto, se devi sparlare, sparla su temi frivoli e disimpegnati, come tic, vezzi, aspetto estetico, modo di camminare… Unghie sporche, capelli unti e brutte scarpe sì che sono metri di giudizio oggettivi, sulla base dei quali stilare una serie di interessanti e divertenti classifiche. Bando alla noia.

Regola del chi è senza peccato: Evitate in generale, sul lavoro, di addossare colpe, processare chi è senza difesa, sentenziare. Nessuno di noi è senza peccato, lavorativamente parlando. Tutti abbiamo qualche scheletro nell'armadio dei faldoni. L'unica differenza sta nella velocità con cui a suo tempo riuscimmo ad occultare il cadavere all'insaputa del capo, incastrandolo nell'ultimo cassetto della scrivania o infilandolo nel bagagliaio del primo stronzo che passava di lì.

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Di Tengi |

21 Commenti:

  Alle 9:56 AM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Saggia, oltre che sexy.
Buon, ahinoi, inizio di settimana.
  Alle 10:03 AM Blogger MOZ ha fatto una pausa per dire:
Pensavo d'aver trovato un collega fidato a cui raccontar le cose.
Ma ho sbagliato.
  Alle 10:07 AM Blogger Tengi ha fatto una pausa per dire:
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
  Alle 10:33 AM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Ho avuto per 2 anni colleghi che non facevano altro che descrivermi come "il coglione che non vale niente e che la moglie-collega l'ha lasciato".
Dopo un anno di brutte figure professionali ed umane che hanno rimediato per miei meriti, adesso hanno paura di me ed abbassano lo sguardo quando mi vedono.
  Alle 10:37 AM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
ma nel tempo libero non sarebbe meglio parlare d'altro, tipo cinema, libri, ultimo piatto cucinato e simili, in modo da prendersi una pausa autentica?
  Alle 10:46 AM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Ah bhè… argomentone fondamentale delle migliori tradizioni aziendali… dove lavoro io, a tutti i livelli gerarchici, l’80% del lavoro è basato sulle voci di corridoio e sullo sparlare degli altri… e da questo punto di vista, tutto funziona… infatti si va avanti benissimo da oltre 60 anni. Riguardo l’aspetto personale, la faccenda è diversa: come è noto, le voci riportate si modificano ad ogni passaggio (vedi l’antico gioco del telefono senza fili… ndr) finendo per farti dire o fare cose che non ti passerebbero nemmeno per l’anticamera infinitesima dell’irrisorio cervello. Di questo, ci si accorge proprio nelle situazioni descritte da Tengi: la mensa aziendale! Enorme bazar e cartina di tornasole degli umori aziendali… Mai visto occhi fare curve come durante la pausa pranzo: neanche sulla battigia al mese di agosto a Riccione! Occhi inquisitori, accusatori, giudici… Per quanto anche il corridoio ha la sua importanza: tu solo, incroci un nugolo di “lavoratori”. Mezzogiorno di fuoco. Si sparano i “ciao” di rito e si sfila. Poi: il silenzio e i bisbigli. E tu: vittima o assassino?
  Alle 11:38 AM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Che strano Tengi ... Detto da una donna ... (sei donna, vero ?).
Di solito sono maestre nell'arte del 'veleno' (specialmente certe segretarie). I maschietti, generalmente, sono piu' grezzi.
Mancano proprio di quella malizia velenosissima classica delle donne insoddisfatte.
Certo pero' : che vita di mer...
  Alle 11:38 AM Blogger Tengi ha fatto una pausa per dire:
Sguardi da mezzogiorno di fuoco, occhi intriganti ed indagatori... i veri protagonisti della pausa.
La pausa autentica suggerita da lise non è data, in quanto spesso manca l'ingrediente principale: una soddisfacente vita privata, che valga la pena di essere condivisa...
  Alle 12:14 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
beh non ci sono solo le voci tra colleghi le peggiori sono quelle messe in giro volutamente dall'azienda che vuole deviare le idee su eventuale crisi, vendita, licenziamenti. nella mia azienda addirittura si parlava dell'interesse di sky e già ci vedevamo con le parabole gratis e invece.. poco ci manca che ci piglia "il topolino".
ma le voci tengono vive le persone specie nei momenti di stallo... giudsto WHITE il gioc del telefono senza fili solo che all'epoca avevamo 5 anni.. ora più si è adulti più si diventa sordi... diventa naturale fraintendere ,.
ciaoa atutti
  Alle 12:28 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Io ho un solo collega, che notoriamente ODIO. Con chi sparlo? Posso sparlare con lui di lui stesso?
  Alle 12:31 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
maldive..
non è male come idea, almeno imparate a chiarirvi e magari ad apprezzarvi...
  Alle 12:39 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
In queste cose, cara Mannaggia, cinque o cinquant’anni non contano. Cambia il mezzo o il metodo, ma il risultato resta identico, nella sostanza. Nel mio caso, figurati, le voci aziendali non esistono: l’azienda è muuuuuuuuuuuuuuta. E quindi fanno tutto i colleghi, più o meno odiati. Le decisioni aziendali che ti riguardano, le sai alla macchinetta del caffè con il tradizionale:”Hai saputo?”. Ti cambiano la vita e ti dicono:”Guarda se ce lo avessi detto prima, potevamo far qualcosa… ma ora è tardi”. E tu:”Se VOI me lo aveste detto prima e non l’ultima delle matricole davanti al Capciok, magari…”. Vabbè. Come Wile E. Coyote. Sempre in salita.
  Alle 12:43 PM Blogger Tengi ha fatto una pausa per dire:
Voglio sapere che cosa è successo a Moz che lo rende così sfiduciato! Racconta racconta!
  Alle 12:54 PM Blogger Ranmaz ha fatto una pausa per dire:
si pero'.. adesso vogliamo qualche cattiveria ^^
  Alle 2:09 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
anonimo..
beh il tuo sito è un po' lugubre.. milano by night è molto più luminosa..
indicazioni poco chiare per l'iscrizione e tutti quei forum con nessun iscritto o con ultimi aggiornamenti ad almeno la scorsa settimana sono un po' tristi.. l'idea potrebbe essere buona (per voi) ma la realizzazione è ancora molto da approfondire... ma buon lavoro
  Alle 2:10 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
white.. siamo nel 2007 e certe cose non cambiano.. beh almeno ci fossero le dicerie via mail.. così uno se le stampa e le colleziona!!
ragazzi fortuna che il sole splende a milano, mi possono dire qualsiasi cosa che con un sole così mi dimenticherò di crederci!
  Alle 3:23 PM Blogger MOZ ha fatto una pausa per dire:
Semplice: sparlando di una collega, ho racontato alcune cose alla persona sbagliata che, per usare un francesismo, mi ha impolpettato ben bene con l'oggetto dei miei commenti.

Semplice, no? ;)
  Alle 4:12 PM Blogger Marlene ha fatto una pausa per dire:
MOZ quello che mi è successo è ancora peggio: avevo una (e ripeto e sottolineo UNA) collega a cui dicevo tutto...e quindi quando mi ha "impolpettato" non solo mi sono sentita tradita, ma sapevo anche chi lo aveva fatto. Quel tipo di collega con cui esci anche la sera o per fare shopping, per intenderci. Una vera stxxxa!
  Alle 5:44 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Io non parlo molto volentieri della (soddisfacente) vita che conduco al di fuori dell'ambiente di lavoro. Però di argomenti ce ne sono comunque: il Capo, l'oggetto del nostro lavoro, le cartacce, le richieste, i tagli al personale. Oppure, per andare sul leggero, le malattie di questo o quella; o, raramente, ahimè, le eventuali tresche che si consumano sotto i nostri occhi. Seguono, in ordine di preferenza, libri (che pochi leggono, benché siano uno degli strumenti cardine del nostro lavoro), film (con appassionate di registi orientali o iracheni sottoltitolati in polacco), viaggi (ma io non mi muovo da qui, a volte è frustrante), ecc.
Però...
Ecco, su una settantina di individui, ho due colleghe che non parlano mai. S-Parlano.
Di tutto.
Di tutti.
Una delle due (che ha appena rinunciato alla pensione per fermarsi ancora un po' tra noi), la Prima Volta che l'ho vista, incontrandola sulle scale, io pivella, lei anziana del luogo, ha risposto al mio "buongiorno" fermandomi e sussurrandomi: "stai attenta alla Cristina Tal Dei tali perché è una cretina, inaffidabile, pettegola (sic), e lavora malissimo".
Ammetto che è stato un trauma.
Oggi, dopo venti e passa anni, che sono ancora lì, e lei pure, cerco di evitarla, soprattutto quando enumera le magagne e le incapacità del Capo (che invece è un Grande). A Natale (però) è scivolata silenziosa nell'ufficio del suddetto e ha abbandonato in un angolo, seminascosto dietro la poltrona, un sacchetto infiocchettato. Il Capo lascia sempre la porta aperta, quando è in giro.
La seconda cerco di evitarla a prescindere, ma ieri c'ero soltanto io nei dintorni, mi ha fermato e di un collega (effettivamente un po' lavativo, di quelli che stanno a casa almeno un giorno alla settimana, e gli altri arrivano tardi, ecc., ma insomma, vabbè...) mi ha detto che è: un fallito, un ignorante, un poveretto, un illuso, un velleitario.
Vabbè, anche lei, poverina, forse ha una vita sociale insoddisfacente.
  Alle 7:17 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
A quanto pare bisogna stare sempre all'erta... in ambiente universitario queste cose succedono meno.

Ma adesso esiste anche la pubblicità-commento??
  Alle 12:16 PM Anonymous Naima ha fatto una pausa per dire:
Io so di non essere così, ma a volte sono atalmente stanca di essere l'oggetto delle invidie e delle sparlate altrui (donne sempre donne capirai! Gli uomini pure sparlano ma solo degli altri uomini... eccome se lo fanno e sono pure stronzi perchè cercano di metterli in difficoltà.. almeno le donne sparlano e basta)talmente stufa dicevo che mi capita di sfogarmi con qualcuno (uomo) tra gli operai. A volte dico che mi hanno stancata, faccio un pò la vittima, non è un comportamento equilibrato lo capisco, ma ho proprio bisogno di un pat pat sulla spalla e poi almeno mi sfogo un pò.. credo.. spero non lo riferiscano in giro. Ho due colleghe molto velenose e tendono a trascinare nelle loro maratone di critica anche me... provo ad oppormi, commentando il meno possibile, ma nemmeno dando loro torto, quindi mi rendo complice. E' che se le contraddici ti mettono in croce e già lo fanno così abbastanza. Sono ipocrita me ne rendo conto, il mio atteggiamento nella vita privata è l'opposto. Qui devo lavorare, non per scelta, per necessità e meno litigo meglio è... però che stress!