venerdì 4 maggio 2007

L'uomo nobilita il lavoro

Eccoci giunti al terzo appuntamento de “Le interviste d’ufficio”. L'ospite di oggi è un ospite davvero importante e meritevole di stima. L'intervistato di oggi infatti è l'unico, sino ad ora, a lavorare in ufficio. Egli occupa uno dei pochi ruoli a mio parere degni di nota, in mezzo a tante occupazioni da passacarte aziendali.
Si tratta di un gentile e compito signore. Ha circa una cinquantina d'anni, e li porta con smalto, si può dire. Si avvicina a me con fare pensoso, come se dovesse concentrarsi profondamente prima di parlare di sé. Si piazza di fronte a me ben piantato sui piedi. Ha una dignità innata e la esprime in una certa rigidezza della postura. Mi saluta formalmente con una garbata stretta di mano. Da parte mia, un cenno del capo, a mostrare la voglia di entrare in contatto con lui. Ci stiamo studiando. Ammetto di sentirmi un po' in soggezione. Capisco dal suo atteggiamento impettito che è pronto a incominciare. Mi sento in dovere di dargli del Lei, perché mi trasmette un antico senso di rispetto, come se parlassi con qualcuno che dentro di sé reca una lunga e circolare storia di progressive sedimentazioni. Gli faccio cenno di accomodarsi ma lui rimane in piedi. Lo capisco. Mi alzo in piedi anche io.

Buongiorno e benvenuto. La prima domanda è uguale per tutti. Che lavoro fa?
Sono appendiabiti per una grande multinazionale americana con sede in Italia.
Sono molto felice di averla ospite qui da me. Dunque, Sig. Attaccapanni…
Appendiabiti, la prego.
Oh, mi scusi. Ho letto male.
Non si preoccupi. L'ho corretta perché le parole sono importanti. "Attaccapanni" appartiene ad un altro mercato del lavoro, quello domestico.
In che reparto lavora di preciso?
Ho iniziato tanti anni fa lavorando all'ingresso di fronte al bancone della reception. Ricordo solo un gran freddo e gli spifferi delle porte. Di promozione in promozione, sono arrivato con buona soddisfazione al posto che occupo da cinque anni, nella grande sala riunioni dell'ultimo piano, accanto alla porta di vetro. Si può dire un posto di prestigio.
E’ un lavoro molto faticoso, il suo?
Le dirò: durante i mesi invernali sono molto occupato per tutta la giornata. E il lavoro è pesante: non si stacca mai. In primavera però le cose migliorano sensibilmente, sino ad arrivare all'estate in cui sono molto più scarico.
Dunque per lei i mesi estivi sono sereni e riposanti?
Non è del tutto esatto, Tengi. Per il mio lavoro essere impegnati è molto importante, direi vitale per la mia stessa sopravvivenza lavorativa. Mostrarsi scarichi di fronte ai colleghi e al capo significa offrire una cattiva immagine di sé. Più che altro, un'immagine inconsistente. I colleghi finiscono per passarti accanto e non notarti neppure, oppure per sostare accanto a te in piccoli crocchi a chiacchierare delle loro cose facendoti sentire trasparente. E’ svilente. E’ alienante. Chiunque ha bisogno di sentirsi utile e produttivo, soprattutto negli uffici. Lei mi capirà.
Certamente. Ritiene il suo un lavoro che potrebbe fare chiunque?
Non credo. Bisogna avere una fibra forte e una tempra solida per sostenere i quotidiani carichi di lavoro. E un pizzico di smalto per esercitare maggiore attrattiva empatica sugli altri, il che non guasta.
Sembrerebbe un lavoro abbastanza routinario.
Lei non sa quante sere sono rimasto in ufficio sino a sera tardi con un carico di lavoro che proprio non riuscivo a smaltire. La mia giornata in inverno termina solo dopo che l'ultimo dei colleghi ha lasciato la stanza. A volte mi chiedo se se ne rendano conto.
Ci saranno anche degli aspetti positivi…
Si: riesco ad entrare un contatto con tantissime realtà. Cappotti odorosi di tabacco, pellicce profumate, soprabiti pelosi che mi solleticano il naso, foulard leggeri e setosi, e anche a volte pesantissime ventiquattrore… ah!
Oh! Che è successo?
Nulla, nulla.. Nel corso degli anni ho maturato una fastidiosa forma di sciatica. Dicevo, lavorando in una multinazionale ho avuto modo di conoscere clienti e colleghi di tante e diverse nazionalità, sentire i loro discorsi… ho imparato diverse lingue, sa?
Lei è una fonte inesauribile di sorprese. E cosa si dice durante le riunioni?
Non posso parlare, Tengi cara. C’è il segreto professionale. Capirà, con elementi come me, l'espressione “Se i muri potessero parlare!” non è solo una frase di circostanza. Immagini le conseguenze.
Immagino. Una sua idiosincrasia?
Le borsette delle donne. Sono pesantissime! Cosa ci mettete dentro?
Beh, lei è troppo cavaliere per curiosarci dentro. Come chiedo a tutti, vorrebbe urlare quando?
Quando depositano ai miei piedi gli ombrelli bagnati nel mese di aprile. Odio rimanere coi piedi umidi per tutta la giornata. E’ una vera sofferenza.
Come vede il rapporto con i suoi colleghi?
Ogni rapporto va coltivato con cura. Dal nulla nasce nulla. Non amo starmene rigido e legnoso in mezzo agli altri, con atteggiamento diffidente, come a dire “nessuno è alla mia altezza", anche se il più delle volte è vero… Amo stare in mezzo alla gente, lasciarmi trasportare dal flusso dei pensieri altrui, ammorbidirmi, e avere una personale visione di chi mi circonda. Senza ghettizzare nessuno.
Lei pensa di essere ghettizzato da qualche collega?
Si, da persone che pensano che la semplicità di un lavoro lo renda insignificante. Ci sono anche mansioni semplici ma necessarie. Provi ad entrare in una sala riunioni con altre venti persone in un pomeriggio d’inverno e immagini come trascorrerebbe quel pomeriggio senza i miei servizi d'appoggio. Ogni lavoro ha la sua dignità, mia cara. Io credo che ciò che faccio io non abbia nulla da invidiare alla maggior parte delle mansioni impiegatizie.
Ed è per questo che io ho insistito per averla qui oggi.
Vede, io non sono di grande cultura. Ma ho dei valori. Ho un'enorme forza di volontà racchiusa tra le pieghe di un carattere tenace e a volte spigoloso. In alcune occasioni forse mi mostro troppo rigido, inflessibile: è il mio difetto.
Ha mai avuto qualche scontro con chi lavora con lei?
Solo una volta. Una collega sbadata mi ha sbattuto addosso col piede con troppa violenza. Dato che si era a luglio e lei portava i sandali, si è purtroppo fratturata il mignolino destro. Per tutta la settimana successiva i colleghi mi hanno girato alla larga. Stavo malissimo. Poi per fortuna hanno capito che non era stata colpa mia e i nostri rapporti sono ripresi normalmente.
Che cosa fa nel tempo libero?
Leggo. Ho libero accesso a quotidiani, riviste, pubblicazioni di settore. Mi appassionano quelle letture. Sono diventato un esperto.

Ma la cosa che mi dà più gioia, gliela posso dire? E' il sabato mattina. Quando arriva la signora che fa le pulizie, col suo carrello carico di flaconi e una piccola radiolina portatile. Sintonizza sempre la radio sul programma di musica classica. E mentre si sposta tra i vari uffici, a me giungono gli echi ora ovattati ora più brillanti della musica che ascolta. Io abbandono le mie riviste e mi perdo, ebbro, in quelle note. Ed è allora, Tengi cara, che volando sulle ali di una musica che non ha nome, che io mi sento davvero libero. Perché la libertà è dentro di me, non nel lavoro che faccio. La libertà è e sarà sempre nel mio cuore.
In questo cuore indurito da tanti anni di lavoro e oppresso dalle responsabilità.
In questo cuore legnoso che nessuna angheria o sopruso potrà mai più scalfire.
In questo cuore pressato che nessun dolore o sofferenza riuscirà mai più a comprimere.
In questo cuore che è stato in grado di sedimentare le difficoltà della vita e usarle per espandersi, per allargarsi, per crescere ogni giorno più forte, secondo i mille cerchi dell'esperienza e della ragione.
E proprio questo mio cuore, alle volte, il sabato mattina, sembra quasi voglia scoppiare in mille schegge da quanto mi sento felice.
Felice della vita, Tengi cara.

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Di Tengi |

23 Commenti:

  Alle 10:38 AM Blogger Robba12 ha fatto una pausa per dire:
Tengi, non te la prendere, ma io credo che tu abbia dei problemi davvero seri...:)))))
  Alle 10:38 AM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Alcune occupazioni alternative per stimoli alla lettura di questa intervista.

- rapire una formica e mandare una lettera di riscatto al formicaio
- tentare di far passare una carota per l'asola del colletto della propria camicia
- rubare della carta igienica dal bagno e imbottirci un panino
- annusare e far catalogo dei differenti odori emanati dalle singole dita dei propri piedi
- inseguire un piccione in piazza fino a che non spicca il volo; poi sceglierne un altro e ricominciare

Ce ne sarebbero altre. Se volete poi ve le dico. Non ci si ricorda mai di quanto sia varia e rutilante la vita.
  Alle 10:51 AM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Mi passi il nome del tuo pusher ?
Deve avere della 'robba' veramente stupefacente :-)))))
  Alle 11:06 AM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
mi hanno un po' preceduta...ma hai ancora i postumi delle sbornie di Roma?
  Alle 11:10 AM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
ah ah ah bellissima intervista!!

Ma il prossimo posso essere io??
  Alle 12:36 PM Blogger Ubik ha fatto una pausa per dire:
Tengi cara, oltre all'alcool ti sei data anche alle droghe? No perchè... mi dai il contatto del tuo pusher? Deve avere dell'ottima roba! :)
  Alle 1:21 PM Blogger Tengi ha fatto una pausa per dire:
e pensare che non tengo nemmeno più la vodka in casa.
sarà per quello.
che noia, però.
  Alle 1:49 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
ahahhaah, tengi...io davvero non lo so da dove ti vengono certe idee!!!
  Alle 2:00 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
è uno dei brani più toccanti che abbia mai letto su un blog...

brava Tengi, proprio bello.
  Alle 2:13 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Uhm. Interessante.

Ma perchè devi prendere in giro un povero disgraziato che fa il suo lavoro?
  Alle 2:14 PM Blogger Tengi ha fatto una pausa per dire:
lungi da me l'idea di prenderlo in giro, anzi.
  Alle 4:12 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
La Tengi è un genio... io mi sono già innamorata di questo bel lavoratore sano e serio... posso avere il suo numero?

LaVale
  Alle 4:22 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Meno male che quando fumo io parlo tanto ma non ho la forza di scrivere...Le facciamo un pò più leggere 'ste canne Tengi?
  Alle 5:36 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Ho letto di Roma e ho letto qui (avevo arretrati). Li trovo 'pezzi' fantastici.
Grandi. :-)
  Alle 10:20 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Cupitengi...non credo a quello che ho appena letto!!!!non so come ho fatto ad arrivare alla fine della lettura....., ti senti bene???sono un pò preoccupato....se vuoi ti porto da uno bravo...
Baci

Brian
  Alle 2:28 AM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Tengi, cara, sei un genio incompreso! E come tutti i geni incompresi, possiedi un "qualcosa" che a volte ti rende unica. Ma a volte davvero particolare! Enjoy!
  Alle 8:32 AM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Così mi fai entrare in dissonanza... geniale, geniale:)
  Alle 1:57 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Tengina cara, io ti adoro sempre di più!
Non dar credito a chi ti chiede se ti droghi: questo post è geniale! *_*
E io le tue interviste continuo ad marle, sìsì.
  Alle 5:57 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Occhidaorientale...meno male che ci sei tu! La tengi è davvero un GENIO, ma a quanto pare sono pochi gli eletti destinati a comprenderla...tra l'altro mi sa tanto che ti sei persa il suo party della settimana scorsa, peccato...
  Alle 2:32 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Ciao Tengi cara, devo dire che sono commossa. Trovo la tua sensibilità sublime. E sono felice che ci siano ancora persone sensibili, fantasiose e profonde che lavorano negli uffici..In genere uffici carichi di idioti, vallette, pigliainculo e quaquaraquà. Meno male che c'è ancora qualcuno che alza il livello!!! Certo, ti meriteresti un abiente migliore..Ma tutti abbiamo un ruolo..E chissà che anche il tuo, volente o nolente, sia proprio questo!Non mi sento sola, ecco...Grazie! Un abbraccio, Akai
  Alle 3:35 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Tengi cara,

vedo che non sei l'unica a drogarti...sono dentro una gabbia di matti!!!
Baci a tutti rinco o no.

Brian
  Alle 12:46 PM Blogger Atipica ha fatto una pausa per dire:
Casomai si licenziasse, il Sig. Appendiabiti, mi dici qualcosa che vi faccio avere il mio curriculum? Basta perdere tempo, da oggi voglio fare l'appendiabiti!;-)
  Alle 4:35 PM Anonymous pareti divisorie ha fatto una pausa per dire:
idiosincrasia? E l'appendiabiti umano sa cos'e'?