giovedì 30 agosto 2007

Non la solita lagna da rientro

yawn ...
sveglia buaf buaf buaf
gnam gnam che è do' sono ah già è vero porca la vacc'

cammin' cammin' pant pant scarpe bagnaticc' piov che dio la mand sgnick sgniack sgnick sgniack
ciaociao ciaociao smack smack smuck bleah disgust appiccicaticc
'ciaociao è finita la pacchiaaaaaa ehhhhhh' solito strunz fetacchion' te poss' piglià la dissenteria

telefon interno tuuuu tuuuu tuuuu ehi ciao scendi a bere cummia
caffè caffein glu glu solitammerd de latte condensat'
gnam gnam merendin' bona
bla bla vacanz bla bla ferie bla bla bagnoammare bla bla spaghett' allo scoglio bla bla che beli li paesini pitoreschi de Italia bla bla ricurdino brascialeto bancarela bla bla abronzato belo figo bla bla scotatura su le chiape bla bla zanzaroni bla bla imbriacata dura

pausa de riflessione pe' allarme cagarella aiut' aiut' managg' a la merd' de latte condensat' ah, ah, ah, ah.

allarme passato grazie

uhia uhia mal di cap' bestialo sonn' tremend'
zzzzzzzzzzzzzzzzz
drin pront ciao si tutt' occhei bla bla belo mare bela gente bla bla bela disco cuccato bela gnocolona bla bla spaghetto all'astice bla bla belo drink riva a mare belo si ciao sei carino

ronf ronf
brutt' collegh puzzolent' avant' e 'ndietr' procession de rompimaron'
yawn yawn pc mail du pall quant' du angurie

sai che fo leggo un po' di blog in giro p' 'a bloggoscfera
post post vacanza post post spetaculare vacanza post post semo ritornate io e le mie tete post post benturnat a tutt' quant' li lettori de sto blog post post post ve mand' cartolin' virtuali a tutt' gli amisc de bloggosfera post post nuovo concorso Lines pe' blogger eccezziunali che mettono le ali alla fantasia a scrive' minchiate post post me so rotto li scatoli de scrive' minchiate chiudo il blog e gite tutti affanc'

comment' comment' scazzat comment' comment' de piacione comment' comment' bentornato ce sei mancato a tutti li tuoi amici de bloggoscfera comment' comment' me metti lu link o sei 'no strunz fetacchione comment' comment' ma bafanculo comment' comment' me spiace de davero che sto blogo lo hai chiuso che mo penzo a come me devo passà le mia giurnate senza li tuoi post spettacolosi che me crep' la panza dalle risate quant' me li leggo te preg nun ce lassà.

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mercoledì 29 agosto 2007

Con rinnovato entusiasmo

E' con rinnovato entusiasmo e ritrovata vigorìa che la Vostra Affezionatissima ritorna a queste chiare freschi dolci pagine per iniziare con voi un nuovo ed eccitantissimo anno lavorativo.
(Ahem.)
Checchè se ne dica -altro che gennaio! - è settembre il mese giusto per ricominciare tutto daccapo. Freschi e riposati, noi lavoratori di tutta Italia rientriamo in ufficio alle nostre scrivanie con i bei piedoni abbronzati, il viso scuro che risalta sugli indumenti chiari, i bicipitoni in bella mostra e braccia e mani - oh, così scure e vellutate! - adornate di braccialettini colorati. Rinvigoriti nello spirito e abbelliti nell'aspetto, ecco che ci sentiamo pronti a tutto, ricchi di idee, sospinti da strane energie vitali, alimentati da nuova lena e solerzia. Le labbra si increspano in un bel sorriso al ricordo di quante ne abbiamo combinate quest'estate - ah ah il Gigi, ah ah la Mariellona - e già questo basta a farci riconsiderare il triste e squallido ambiente in cui viviamo confinati, il lavoro che ci aspetta, i colleghi che assieme al bentornato ti smazzano anche nuove incombenze, nella stessa frase, utilizzando un solo verbo (tipo "come stai, stai lavorando a qualcosa? ecco qua."), riconsideriamo tutto secondo un'ottica più rosea, striata di riflessi verde acqua e costellata di stelle marine.
Infine ripetiamo a noi stessi "Orsù, questo in fondo non è un brutto posto dove vivere, o no?"

No.
Il lavoro d'ufficio è e rimane contronatura.
La Vostra Affezionatissima rimane ancorata a questo motto come una cozza allo scoglio. La Vostra Affezionatissima poi, proprio a causa di tale consapevolezza (e cioè che il lavoro alla scrivania è contronatura e bla bla), sente una certa difficoltà a staccarsi dal clima vacanziero e a riportare se stessa e i proprio piedoni abbonzati alla rigida quotidianità del mondo a quattro piani in cui trascorre i propri giorni fertili dalle ore zeronoveaemme alle ore zeroseipiemme.
Per questo La Vostra Affezionatissima ha deciso che se ne impippa bellamente di capi e colleghi e dei soliti squallidi resoconti da ufficio, e che offrirà - nei prossimi giorni - ai propri lettori un dettagliatissimo resoconto minuto per minuto delle proprie vacanze, nonchè nuove Interviste d'Ufficio, sfruttanto il fatto che tanto la scrittrice quanto i lettori saranno ben più svegli e ricettivi del solito, in questo spumeggiante mese di settembre.
La Vostra Affezionatissima pertanto ricomincia così questo nuovo anno. Senza nessun debito formativo a quanto pare, che c'è qualcuno che le ha consegnato un bel 7 in pagella.
E l'anno prossimo cosa porterà?

Dimenticavo di dire: in ufficio ci torno domani.
(Ahem.)
Come dire, ecco.
Avrei bisogno di conforto.
Grazie.

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mercoledì 8 agosto 2007

This is an automatic reply: out of office

Se fossi una paraculo vi direi che nelle prossime settimane mi mancherete da matti e che trascorrerò le vacanze a cercare una connessione per ogni tappa solo per spulciare avidamente i vostri bellissimi commenti.
Se fossi una smorfiosetta vi intimerei dolcemente di ricordarvi del mio compleanno, e vi prometterei che quel giorno passerò sul blog a leggere i vostri auguri, e colui che mi farà l'onore di scrivere per primo avrà la mia stima imperitura nonchè una foto con dedica.
Se avessi paura di non ritrovarvi qui al mio ritorno scriverei un patetico post di traino sullo stile "oggi parto ma tornerò prestissimo con i particolari più scabrosi del mio soggiorno al mare".
Se fossi certa di ritrovarvi qui al mio ritorno vi manderei a quel paese, con gran soddisfazione.
Se cercassi delle conferme mi rivolgerei all'intera blogosfera con un orgoglioso ed austero epitaffio minacciando di non tornar mai più, e chi s'è visto s'è visto.
Se fossi blogdipendente cercherei di mettere almeno un piccolo post ogni due giorni per quanto insulso, oppure scriverei qualcosa di ironico su coloro che non riescono ad abbandonare il blog nemmeno a ferragosto e che per questo scrivono inutili post un giorno sì e uno no.
Se me ne fregassi di salutarvi prima delle ferie metterei la foto di una puntuta scogliera a caso e scriverei qualcosa di scazzato come "chiuso per ferie".
Se fossi invece brava e fantasiosa scriverei un raccontino minimalista su chi va e su chi resta.
Se temessi di mancarvi vi consiglierei di leggervi i vecchi post, se proprio non ce la fate.
Se fossi sempre sul pezzo non mancherei di aggiornare con le più interessanti notizie estive di calciomercato o con le anteprime esclusive del palinsesto autunnale di canale 5.
Se fossi nostalgica metterei una canzone triste.
Se fossi fuori come un poggiolo metterei un audiopost con me che vi leggo lo "Strano.. ma vero!" della Settimana Enigmistica.
Se fossi troppo forte scriverei una barza indimenticabile.
Se fossi noiosa farei un post pieno zeppo di anafore.

Ma qui c'è una valigia da preparare.
E di materiale ce ne sarà anche al mio ritorno.
Gli zombie non scappano.
Per ora l'ufficio chiude.
Please expect a delayed response.

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domenica 5 agosto 2007

Molte delizie e sempre la solita croce

Ieri sera all'Arena di Verona è andata in scena la prima rappresentazione di "Traviata", per la regia di Graham Vick.
Tra allestimenti visionari e mancate visioni, qui* potete leggere il punto di vista di Tengi, che ieri sera era là, tra gli spettatori dello sfortunato settore F. Il punto di vista di chi siede sui caldi gradoni dell'anfiteatro col proprio cuscino, litiga col vicino di posto per guadagnare qualche centimetro in più di spazio, soffre pazientemente il caldo per tutta la durata della rappresentazione, solo per piacere di udire le celeberrime arie verdiane. Che ieri sera sono mancate per qualche minuto.
Poi ecco, se volete leggere anche il punto di vista di chi stava placidamente seduto nel settore riservato alla stampa, lo trovate qui.
* anche qui.

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venerdì 3 agosto 2007

Ufficio dello sceriffo

Sembra passata la bufera.
Negli uffici oggi spira una brezzolina rilassata. I toni sono attutiti e cordiali. I passi leggeri e morbidi. Qualche sorriso, qualche risatina. Ah ah.
Ad eccezione dei soliti mestruati. Presente, quelli che la mattina vengono caricati a molla da un parente, dalla moglie, dal vicino di casa e spinti giù per le scale del pianerottolo. Ecco, quelli non si fermano mai. Quelli sarebbero in grado di portare isteria tra i partecipanti a un seminario di Tai Chi.
C'è chi riesce a fare quadrato e a chi invece scappa sempre fuori qualcosa.
E c'è anche chi mi dice "ma ci pensi che le nostre vite sono per lo più in mano a dei coglioni?". Forse è vero, forse no. Chi lo sa se al loro posto noi saremmo giusti ed equi. Spesso non si tratta neanche di dire bugie. Magari non erano bugie nella mente di chi le ha dette la prima volta. E' solo che poi capitano le circostanze, le persone, le priorità... voglio dire, a me nessuno ha promesso nulla, e almeno questo è un punto a favore di questo nessuno. E poi credo che non ci si dovrebbe affidare troppo alle promesse o alle parole degli altri. Forse noi vorremmo che le nostre parole venissero prese per oro colato? Io no di sicuro. Capita che a volte io dica delle cose e capisco che quelle cose avrebbero potuto essere dette da un altro. Mi sembrano parole dette da un altro. Capita, a volte. Sono dei brevi momenti. In cui capisci che sei veramente cambiato. Non sapresti dire quando è successo. Non c'è stato un momento preciso. Sei cambiato col passare degli anni. E un bel giorno te ne rendi conto. Non è questione di essere diventati migliori o peggiori. Si cambia e basta. Si segue la natura. Anche se credo che alla fine si torni sempre al punto di partenza. Ho un amico che è cambiato improvvisamente, da un giorno all'altro, perchè gli era capitata una cosa spiacevole. Niente di grave, nessuna perdita o roba simile. Problemi sentimentali, solo questo. In quel periodo non lo riconoscevo più. Poi le cose si sono sistemate e lui è tornato come era prima che gli capitasse quel dispiacere. Non ho mai avuto il coraggio di dirgli che mi piaceva molto di più in quel breve periodo in cui la sofferenza lo aveva reso un'altra persona. Ma la sua natura è quella di adesso. E la sua natura mi porta al manicomio. Sarà per quello che ci eravamo lasciati. Sarà per quello che ora siamo amici.
Eppure ho capito che non devo fare affidamento sulle sue parole.
E non vorrei che lui facesse troppo affidamento sulle mie.
Una volta ero più precisa, avevo tutto sotto controllo. Ora no. Spesso non riesco a fare quadrato. Non ne ho anche tanta voglia, a dire il vero. Forse è ciò che si chiama indipendenza. Ho imparato a fregarmene di molte cose. E ho imparato che ognuno ha una sua opionione. Ognuno ha la sua vita. E' già difficile fare funzionare la propria, figuriamoci quella degli altri. E' impossibile far funzionare quella degli altri. E' sbagliata la premessa. Oppure, preoccuparsene a tal punto da pretendere di essere ascoltati. Questo proprio non lo capisco. Ciascuno fa quello che vuole. E lo farà anche senza il tuo permesso. E la cosa bella è che lo farà quando meno te lo aspetti. E lì capirai che quella persona è cambiata. E' cambiata per te, perchè la sua natura è sempre stata quella, solo che tu prima non lo avevi capito. Non lo avevi capito perchè eri troppo preso a cercare di fare quadrato. Ma prima o poi arriverà il momento in cui ti sorpenderà. E quello sarà il momento in cui potrai dire di aver finalmente capito qual è la sua natura.
E anche se sulle prime non ti farà piacere, io credo che questa sia una scoperta che ti libera da un peso. Io credo che sia una scoperta che rende felici.

Scusate ma i lunghi monologhi dello sceriffo Bell nel libro "Non è un paese per vecchi" mi hanno profondamente influenzato.

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giovedì 2 agosto 2007

... e ai piedi le Dr Marten's

Ieri mattiva leggevo qui una playlist personale dei 25 pezzi più rappresentativi degli anni '80.
Ed è stato come assaggiare una madeleine di proustiana memoria, talmente forti e vividi sono stati i ricordi che hanno fatto capolino tra le note.
A chi come me ha frequentatato le elementari/medie in quegli anni, in un contesto totalmente dominato dalla moda paninara, senza peraltro avere la possibilità di adeguarsi, passando ore a collezionare Sticker della Fiorucci e a sfogarsi con l'amica del cuore in patetiche telefonate del dopo pranzo, i favolosi anni 80 non dovevano sembrare poi così favolosi.
E a te, così come a me, un po' brutto anatroccolo un po' no, costantemente ai margini della società giovanile che contava, raccolta nelle grandi compagnie di piazza, ecco che quella vita blindata dal coprifuoco serale si mostrava talora in tutto il suo fulgido splendore in quei brevi, fugaci momenti vissuti sulla cresta dell'onda, quando la ragazza più popolare della classe (quella che ne aveva già baciati una decina, per capirci) decideva di eleggere proprio te al ruolo di "migliore amica" per un paio di settimane.
La vita vera ti sembrava quella dei ragazzi più grandi, quelli di 15 o 16 anni, quelli che incontravi solo al corso di nuoto e che spiavi di nascosto, quelli che ti piacevano di brutto, quelli che ti consideravano la mascotte della squadra, quelli che manco ti vedevano come ragazza (-ina), quelli che preferivano riservare le loro timide e sostenute attenzioni alle poppute compagne più grandi di te di un paio di anni.
Al che la musica di quegli anni, suonata in cameretta con le cassetine registrate da Radio Bruno, i testi tirati giù a mano a furia di play-stop-play-stop, rappresentava per te il mondo dei sogni, il telo bianco su cui proiettare le scene di tutti i possibili baci, il teatro privato in cui mettere in scena l'atto unico del tuo trionfo in società, la sterminata savana in cui vivere il tuo giorno da leoni.
Per tutte queste cose, sebbene nessuno mi abbia invitato alla catena (l'esclusione dalla catena è in perfetta linea con lo stile anni '80), la lista me la compilo ugualmente, ché tanto è da ieri che mi frulla per la testa. E' stata dura selezionare solo 25 brani. Qualcuno pertanto è rimasto nella penna. Altri invece li ho fatti riemergere a forza, ché sulle prime mi ricordavo solo un ritornello "na na naaaaa na-na!", ma ci tenevo assolutamente che fossero presenti.
Non sono i più belli, non sono i più brutti: sono quelli che mi ricordano qualcosa.

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