martedì 12 febbraio 2008
Tra inverno e primavera
Sono già le cinque e per la prima volta da mesi non c’è bisogno di accendere il neon. Una striscia sbavata di luce arancione filtra attraverso gli alberi e si stampa sul muro. La receptionist si lascia rapire per qualche secondo.
Al piano di sopra ci sono solo quattro persone immerse nel silenzio. In controluce, il pulviscolo leggero galleggia nell’aria ferma, senza decidersi a toccare terra. Uno dei quattro afferra la cornetta, digita poche cifre, si copre la bocca con la mano, attende guardandosi intorno che dall’altra parte qualcuno risponda.
Al piano di sopra ci sono solo quattro persone immerse nel silenzio. In controluce, il pulviscolo leggero galleggia nell’aria ferma, senza decidersi a toccare terra. Uno dei quattro afferra la cornetta, digita poche cifre, si copre la bocca con la mano, attende guardandosi intorno che dall’altra parte qualcuno risponda.
Pronto, sono falco 56. Buongiorno.
Il donnone alza la testa.
Volevo prenotare la pista per domenica pomeriggio. Falco 56, ore 16.30.
Il donnone piglia un fazzolettino e si pulisce il naso.
Il lungo corridoio termina con l’ascensore. Le porte si aprono, ne esce l’uomo muffa. A pranzo era voltato di spalle. Mostrava alla sala una nuca tonda e due orecchie da stupido, attaccate alla testa per tutta la lunghezza, eccetto che nella parte superiore. Sembrava un topo dei cartoni animati. La schiena curva, mangiava minestra chinando il busto verso il cucchiaio. Qualcuno pensò che non avesse diritto di farlo, di mangiare così.
L’uomo muffa percorre il corridoio. Entra nella stanza come fosse in piazza all’aria aperta.
Grazie Pettirosso2. Al ritrovo di giugno considera per me tre adesioni. A presto.
Di sotto, un ragazzo suda. Tartaglia leggermente nello spiegare. Quindi ride della battuta di qualcuno. Ha una risata finta. Si capisce che desidera compiacere qualcuno. Qualcuno pensa che non dovrebbe ridere così. A Natale questo ragazzo, zitto zitto, uscì dalla stanza reggendo una bottiglia di spumante, diretto all’ufficio del capo. Qualcuno pensò che non avrebbe dovuto fare qual regalo. Lo pensò e lo disse ostentando pena, senza confessare nemmeno a se stesso un pizzico di invidia.
Giù da basso, l'avvoltoio si aggira per le stanze in cerca qualcuno da comandare a bacchetta. Ha la bocca sottile e le spalle asimmetriche. Tiene le mani rattrappite lungo i fianchi e si muove così, come il fantasma dell’opera. Osserva una donna che civetta, sente delle parole che sono sicuro preludio a un amplesso. Arriccia il naso come se avesse sentito un cattivo odore, e se ne va. Spalanca un’altra porta, e alza la voce. Qualcuno diventa rosso e pensa che non ha il diritto di fare così. Qualcun'altro osserva e pensa che sia tutto naturale.
... gli ho detto mille volte di non fare così. Mi ascolta mortificato ma poi...
... Pettirosso2, sono Falco56. Perdona se ho interrotto la comunicazione. Il solito stronzo. Dicevo: Cormorano, Speroniere71, Cacatua. “Nec Ianta Me Comu Sic Manuta Me Tumbu”. He, he...
... e’ geloso che non gliela dai, chiaro ...
... ah ah ah ah! Devo dire che questa è davvero buona...
... è tutta colpa sua è lui è stato lui che ha tramato nell’ombra e adesso si gode e fa finta di niente ma non sa che io adesso chiamo mio fratello e lo aspetto fuori, la vedi la macchina nuova della merda gli taglio le gomme gli spacco il finestrino ci metto niente chiamo i miei amici di Baggio vedrai che bel lavoro e comunque io glielo dico in faccia sei un liquidatore di merda sei...
... stammi bene allora ah ah ah ah!...
... un liquidatore di merda...
... che si trovi da scopare...
...spacco la faccia...
... Airone Rosso come capo stormo...
... accidenti, che capperozzo che m’è uscito!
Siamo incagliati tra inverno e primavera.
Il donnone alza la testa.
Volevo prenotare la pista per domenica pomeriggio. Falco 56, ore 16.30.
Il donnone piglia un fazzolettino e si pulisce il naso.
Il lungo corridoio termina con l’ascensore. Le porte si aprono, ne esce l’uomo muffa. A pranzo era voltato di spalle. Mostrava alla sala una nuca tonda e due orecchie da stupido, attaccate alla testa per tutta la lunghezza, eccetto che nella parte superiore. Sembrava un topo dei cartoni animati. La schiena curva, mangiava minestra chinando il busto verso il cucchiaio. Qualcuno pensò che non avesse diritto di farlo, di mangiare così.
L’uomo muffa percorre il corridoio. Entra nella stanza come fosse in piazza all’aria aperta.
Grazie Pettirosso2. Al ritrovo di giugno considera per me tre adesioni. A presto.
Di sotto, un ragazzo suda. Tartaglia leggermente nello spiegare. Quindi ride della battuta di qualcuno. Ha una risata finta. Si capisce che desidera compiacere qualcuno. Qualcuno pensa che non dovrebbe ridere così. A Natale questo ragazzo, zitto zitto, uscì dalla stanza reggendo una bottiglia di spumante, diretto all’ufficio del capo. Qualcuno pensò che non avrebbe dovuto fare qual regalo. Lo pensò e lo disse ostentando pena, senza confessare nemmeno a se stesso un pizzico di invidia.
Giù da basso, l'avvoltoio si aggira per le stanze in cerca qualcuno da comandare a bacchetta. Ha la bocca sottile e le spalle asimmetriche. Tiene le mani rattrappite lungo i fianchi e si muove così, come il fantasma dell’opera. Osserva una donna che civetta, sente delle parole che sono sicuro preludio a un amplesso. Arriccia il naso come se avesse sentito un cattivo odore, e se ne va. Spalanca un’altra porta, e alza la voce. Qualcuno diventa rosso e pensa che non ha il diritto di fare così. Qualcun'altro osserva e pensa che sia tutto naturale.
... gli ho detto mille volte di non fare così. Mi ascolta mortificato ma poi...
... Pettirosso2, sono Falco56. Perdona se ho interrotto la comunicazione. Il solito stronzo. Dicevo: Cormorano, Speroniere71, Cacatua. “Nec Ianta Me Comu Sic Manuta Me Tumbu”. He, he...
... e’ geloso che non gliela dai, chiaro ...
... ah ah ah ah! Devo dire che questa è davvero buona...
... è tutta colpa sua è lui è stato lui che ha tramato nell’ombra e adesso si gode e fa finta di niente ma non sa che io adesso chiamo mio fratello e lo aspetto fuori, la vedi la macchina nuova della merda gli taglio le gomme gli spacco il finestrino ci metto niente chiamo i miei amici di Baggio vedrai che bel lavoro e comunque io glielo dico in faccia sei un liquidatore di merda sei...
... stammi bene allora ah ah ah ah!...
... un liquidatore di merda...
... che si trovi da scopare...
...spacco la faccia...
... Airone Rosso come capo stormo...
... accidenti, che capperozzo che m’è uscito!
Siamo incagliati tra inverno e primavera.
Etichette: Ufficio Tengi
2 Commenti:
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E' un ambiente naturale interessante. Fate visite guidate?
Tengi...sai che sei stupida...vero??? giuro che non dico più nulla e tu sai il perchè.....
Baci
Brian
Baci
Brian