martedì 3 giugno 2008

Di mamma e di papà

Di fratelli e di sorelle. Di una foto sbiadita che sopravvive grazie allo scanner. Di una immagine sul computer, che oggi ritrovi intatta, assieme ai tuoi ricordi. Di bambini appoggiati ad una staccionata, di sguardi insicuri, di speranze riposte. Di manine strette nel buio della notte, di lettini rossi e blu. Di litigate furiose, di poster appesi, di giochi insieme. E poi, di segreti nel cassetto, di diari malriposti, di piccole bugie. E ancora, di quel momento che non sai bene quando, eppure c'è stato, in cui tutto è cambiato. O ancora meglio, di quel momento in cui ti risvegli, come colpito da uno schiaffo, e scopri che nulla è cambiato. E allora, di nuovo: di sughi fatti in casa, di quel caffè che è sempre il più buono, di avanzi surgelati. Di addi e di partenze. Di grandi sorprese da chi non te lo aspettavi. Di richieste di aiuto da chi ti sembrava invincibile. Di te, che non sai essere di conforto. Di te, che non sai dire la parola giusta, di te che alla fine non ne hai voglia. Di quegli ostacoli insormontabili che costruiscono tutti gli anni passati insieme. Delle consuetudini cui non sai rinunciare e che non vuoi stravolgere. Di chi ti chiede Tutto bene e di te che rispondi sempre . Di quando ti sembra che di non sapere nulla mentre forse hai già capito tutto. Di quando ti sembrava di sapere tutto e in realtà non avevi capito un cazzo. Di fratelli e di sorelle, del divario che ti pare incolmabile. Di capelli bianchi che ieri non c'erano e che ora ti fanno un po' paura, a vederli. Di te, che ti chiedi E ora cosa di aspettano che io faccia. Di responsabilità pesanti come macigni, di libertà cercate con un senso di colpa che porti dentro, sotto pelle, nei vestiti. Di gonne a fiori e fianchi larghi, delle braccia che ti ricordi un giorno ti sorressero. Di parole che sai non avrai mai il coraggio di dire. Dell' essere pavido, dell'essere figlio. Di pelle contro pelle, di abbracci mai cercati, di parole imperdonabili. Dell'odore di casa, delle tue cose che stanno là, sempre uguali. Del capire che nessuno ti dà colpa di nulla. Del capire che qualcuno cerca ora di capirti, tra le righe delle poche frasi abbozzate. Della triste sensazione che forse è troppo tardi. E che sarà sempre così, sino alla fine, domenica dopo domenica, treno dopo treno, sguardo dopo sguardo. Di quegli occhi sempre un po' abbassati. Di te che butti fuori tutto, un giorno qualunque, lontano da loro. Di te che non sai capire perché sia così eppure è così. Di questo gran casino che siamo diventati, e che siamo sempre stati, noi cinque.
E di nuovo, di una porta che si chiude. Dell'orgoglio che non chiede nulla a nessuno, della paura che non vuole ascoltare, e di quell'amore che si perde stupidamente, così, nel vento, senza un motivo.
E della mamma ansiosa, eternamente, su quella soglia.
 
Di Tengi |

6 Commenti:

  Alle 2:27 PM Blogger Annalisa ha fatto una pausa per dire:
Cinque, poi quattro, ora un po' qui e un po' là, e non avere sempre voglia di vedersi, perché alla fine, se stai lontano, si diventa estranei e ci si pensa meno.
Mah...
  Alle 2:29 PM Blogger Tengi ha fatto una pausa per dire:
A volte è così.
  Alle 11:32 AM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Chiudi gli occhi
riesci a conservare ogni più piccolo momento
di noi due
e abbandonarti come se i tuoi gesti si sciogliessero
in un nuovo slancio

L'ultimo dei desideri
l'ultimo assalto ai tuoi pensieri
l'ultima delle invenzioni
l'ultimo assalto ai tuoi respiri
che bruciano ad intermittenza
ti chiudono nella tua stanza

Svegliati
riesci a desiderare
a immaginare tutto il male
se è proprio così che mi vuoi
mettimi in catene
e poi distruggimi con uno sguardo

L'ultimo dei desideri
l'ultimo assalto ai tuoi pensieri
e non mi toccano
l'ultima delle invenzioni
l'ultimo assalto ai tuoi respiri
che investono la tua distanza
tra contorsioni e indifferenza

L'ultimo dei desideri
l'ultimo assalto ai tuoi pensieri
l'ultimo istante del mondo
l'ultimo assalto al tuo silenzio
che continua a farmi male
continua a farmi male
continua a farmi male

Chiudi gli occhi
riesci a conservare
ogni più piccolo
frammento
di noi due
  Alle 3:28 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
E pensi a chi, nello stesso momento, è figlio e genitore.
  Alle 3:50 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
chiudo gli occhi
e penso a te
il desiderio, resta
chiuso qui pensiero
soave come i fiori del male

chi mai scordera`l`attimo
ogni frammento di seme sul mento
di seni al vento
di treni in tempo
mori memento
mori memento
mori memento

(dedicato a chi pensa che per fare poesia basti andare a capo ogni quattro parole e ripeterne qualcuna...)

Paolo
  Alle 4:38 PM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Sono nella casa dove abitavo da bambino. Riconosco ogni oggetto. La disposizione dei mobili, i colori. La luce era diversa negli anni settanta, ho riconosciuto anche quella. Ho aperto tutti i cassetti per essere sicuro che in tutti questi anni nessuno abbia toccato la mia roba. C'è un'intera brigata dell'esercito britannico li dentro Rosa Sono ancora intenti a schierarsi per fronteggiare l'attacco imminente Ma l'attacco non avverrà mai Il divertimento per me era disporre i soldatini come se dovessero affrontare un ingaggio particolare, e poi, senza che nulla avvenisse, cambiare la disposizione Sono ancora lì come li avevo lasciati venticinque anni fa L'ufficiale ha il braccio teso davanti a se mentre sta per prendere la mira la testa piegata verso l'alto mi guada implorante: "Vado?". Ho richiuso il cassetto Ho setacciato tutta la stanza in cerca di quello che avevo lasciato Ho trovato tutto meccanicamente come se non avessi bisogno di ricordarne la posizione Devo aver fatto un bel casino perchè mia madre è entrata Giovane e bellissima Rideva Mi ha preso in giro Una strana calma, una calma enorme Non so cos'è Ma non ho mai pianto tanto come al risveglio Ho rifatto il percorso che mi portava dalla scuola alla casa dei miei La prima volta dpo venticinque anni C'è una sensazione che non ho mai più provato Non abito più lì da sempre. Ho avuto una vita. Altrove. E' solo una stupida villetta con uno sputo di giardino, ma sarà la prima cosa che comprerò. Quando sarò ricco.