martedì 26 giugno 2007
Il coraggio e la viltà
All'interno dei nostri ordinatissimi e condizionatissimi uffici, non è raro incappare in una serie di comportamenti e manifestazioni emotive che potrebbero appartenere, data la loro caratteristica principale di spontaneità e capricciosità, ad individui di età scolare. Non fosse per il fatto che, alzando gli occhi, scopriamo che tali isterie provengono in realtà dai nostri stessi capi. In pratica, e come direbbe l'uomo comune che legge il giornale sul tram, siamo di fronte ai grandi che son peggio dei bambini. Nulla di cui meravigliarsi, sia chiaro. Si tratta solo di piccoli dispetti, scambi di mail piccate e piccanti, insulti velati e non, attacchi isterici e tante, piccole, inutili frenesie.
La baruffa chiozzotta cui recentemente ho avuto la fortuna di assistere riguardava il contenzioso su chi, tra due dirigenti potentissimi, avrebbe avuto l'uso della sala riunioni per ben - si badi bene che qui viene il bello- un'intera giornata.
In effetti, di fronte a tali questioni l'uomo comune di per sè non scatenerebbe alcun putiferio. Ma si sa, l'uomo qualunque è una pulce ignorante e non può capire. Qui da noi, in ufficio, il potere e il prestigio si giocano anche su queste apparenti quisquilie, che in realtà assumono proporzioni spaventose e conseguenze devastanti per i sottoposti.
Ritornando al match cui ho avuto la sorte di assistere, vi dirò che purtroppo o per fortuna (ma chi se ne frega in fondo!) io appartenevo alla squadra perdente. A noi miseri tapini è stata giocoforza messa a disposizione una saletta di fortuna, dopo che la sorte o meglio il potere aziendale aveva decretato che a noi merdacce non sarebbe spettato l'uso della grande, confortevolissima e arredatissima salona delle grandi riunioni .
AL che il nostro caposquadra si è rassegnato ad accomodarsi nella saletta di fortuna con ancora le piume arruffate dalla lotta, mestruato più che mai nelle intenzioni, e si è inopportunamente ed esageratamente sfogato sul classico "primo stronzo che passava", lasciando a noi che stavamo lì la contemplazione di uno spettacolo a dir poco raccapricciante: la vittoria degli illogici deliri di un dirigente seienne su qualunque possibile terapia di autocontrollo.
Finchè non tocca a noi essere vittime della merda che sale la cervello dei nostri capi, e finchè rimaniamo nella posizione di chi contempla sadico e beato le sfighe degli altri, abbiamo la possibilità di farci due risate sotto i baffi da veri bastardi quali siamo e riflettere su quanto siano strane queste bestie strapagate che vivono in domicilio coatto all'interno di un edificio dalle superbe pareti esterne specchiate.
Ma quando arriva il giorno in cui il grande sovrano che tutto regge e tutto sa decide che è giunto il momento anche per noi di sottoporci alla pubblica gogna, sotto un giogo di crudeltà e ripicche, ecco che sentiamo le guance infiammarsi di fronte all'idea che la giustizia terrena sia stata una volta di più calpestata, sentiamo i pugni fremere dalla voglia di rivalsa, le braccia contrarsi dalla bramosia di menar schiaffi, le giunture scricchiolare dal desiderio di menar calci allo stomaco, e i nostri pensieri convergere verso una solida e degna idea di vendetta, verso un'unico, solo motto-guida: "io adesso a questo stronzo gli spacco il culo".
Ma non ci preoccupiamo ora di quando verrà il nostro turno. Pensiamo a godere come sciacalli del fatto che anche stavolta non è capitato a noi. Stiamo tranquilli e sereni. Beviamo distesi il nostro caffè. Quando verrà il nostro turno, vedremo i nostri colleghi bastardi che ridono sotto i baffi, udiremo il nostro capo che ci urla nelle orecchie a dieci centimetri di distanza per un qualcosa di cui non abbiamo alcuna colpa, ingoieremo meschini tutta la rabbia e l'ansia di rivalsa, e i nostri squallidi e vili pensieri da impiegato convergeranno verso un unico, solo motto-guida: "stai calmo che il 27 arriva lo stipendio".
A volte io mi faccio un po' schifo. Voi no?
Etichette: Ufficio Tengi
12 Commenti:
Scusa, ma avendo così chiaro lo scenario uno stratega comincerebbe a tramare et ordire in modo da far escalare le tensioni tra le forze opposte sino a farle scontrare in una reciproca autodistruzione, per levarsi quindi sul campo gonfio di morenti professionalità e proclamare l'istaurazione del proprio millenario dominio che sarà retto con tacco di ferro e labbra di velluto.
altro che stipendio, qua domani arriva la 14esima. viva, viva.
[p.s. qui le scene da asilo le fanno piu' o meno tutti, per i motivi piu' idioti].
[p.s. qui le scene da asilo le fanno piu' o meno tutti, per i motivi piu' idioti].
tra qualche anno, domiziano; sono ancora nella fase in cui mi chiamano per cantare sdolcinate melodie natalizie alle truppe...
cara la mia, a leggere questo pezzo si direbbe che hai preso il mio ex posto di lavoro... aspettati quindi a breve che quello con lo stipendio più alto sganci 'inavvertitamente' via email a tutti un file di cui è venuto recentemente in possesso, con l'elenco degli stipendi dei dirigenti... dopo di che è guerra, regrediscono ai 6 mesi e bisogna anche cambiargli il patello ;)
"nemmeno mio padre alza la voce con me, figuriamoci se lo lascio fare a lei". Queste parole di solito hanno un buon effetto. Specialmente se uno è alto 1.90 ;-)
Non ho di questi problemi: ho un capo remoto (nel senso che si trova a circa 3.000Km da me).
Quindi tocca a me litigare per le sale riunioni. ;)
Quindi tocca a me litigare per le sale riunioni. ;)
E se una è alta 1.70?
Lo stipendio e la stronzitudine altrui sono mantra che funzionano. Non vergognartene.
Guardali con occhi vacui e ripetili settantotto volte in silenzio. Se non basta, anche una volta a voce alta e chiara.
Guardali con occhi vacui e ripetili settantotto volte in silenzio. Se non basta, anche una volta a voce alta e chiara.
Ma sei pazza?... Noi che ci facciamo SCHIFO?!...
Ah, ah, ah! Che bello come ci hai chiamati nei link! Grazie, grazie...
Leggerti è un vero piacere!
Complimenti!
(mi sono permessa di linkarti, spero non ti spiaccia)
ciao a presto
Bis
Complimenti!
(mi sono permessa di linkarti, spero non ti spiaccia)
ciao a presto
Bis
cmq i capi più salgono di grado più regrediscono nei comportamenti. il mio, per esempio, pianta piazzate assurde e poi si chiude nel suo ufficio ingrugnito come un moccioso sculacciato dalla mamma.
e quando non regge più una discussione con un sottoposto - io per esempio gli rompo l'anima parecchio e volentieri - tronca con un maestoso "qui comando io, punto".