sabato 26 gennaio 2008

Viaggio nella disco

Ovvero, del perché erano anni che non andavo in una discoteca e del perché altrettanti ne passeranno prima che vi metta ancora piede.

La maschia discoteca vive di musica antica come mia nonna e di perversioni post-moderne. Prendiamo ad esempio il privée ad accesso limitato. Ingresso consentito solo a coppie uomo donna, per evitare lo sbilanciamento numerico-genitale a favore dei testicoli, che viaggiano a coppie, peraltro. Una volta entrati, il privée offre una visione che giustifica il suo carattere esclusivo: quattro modelle segalitiche dall'aria annoiata danno lustro al cantuccio dove ricchi rampolli si esibiscono a colpi di secchielli di spumante e spiedini di uva. Tutto il resto, è una piccola pista con musichetta latino americana in stille raggaeton, a favore delle brame di accoppiamento con le acciughine lì presenti.
Tutt'intorno, donne che si vede ci hanno messo un pomeriggio a prepararsi, povere criste, risultandone comunque delle copie della Madonna che fu, in improbabili fuseaux abbinati alle scarpette della cresima.

La fascinazione prosegue con cocktail annacquati come non mai ed evoluti passi di ballo: come dieci anni fa, è ancora in voga la mossa del "dio pantocratore", con due dita della mano destra a benedire la folla. Non tira più invece la mossa della lucidatrice, praticata da conturbanti giovani ad allisciare il pavimento, per ovvie ragioni di spazio.
Il volgo si scatena e il giovane manzo discotecaro che vien dalla campagna pensa di rifarsi sul buttafuori che gli ha detto qualche parola di troppo, e seguendo il suo codice d'onore da paese, finge di gettarsi contro chi l'ha offeso per far salvo il suo onore di uomo, incurante degli amici che lo tengono per le ascelle. Si cheta, si riaccende d'ira, lo trattengono, si richeta, si ringalluzza, si fa tirare per la cintola, si dimentica, va a bere, si getta a ballare da solo, perso nei suoi pensieri, come un neo romantico.

Questa discoteca mi riporta alla memoria gli antichi ricordi di quando, fragile e imperfetta, calcavo le piste e rasentavo le pareti, facendomi scudo dell'invisibilità dei miei vent'anni.

Ora, a molti anni di distanza, dopo aver dedicato non più di dieci minuti alla preparazione, tanto che sudare anche solo un goccino non sarebbe consigliabile, mi ritrovo qui, in questo luogo dove le donne approdano apparecchiate di tutto punto, vestita in Jeans e maglietta, incurante di questa T-shirt con l'alone, per la prima volta a mio agio.

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Di Tengi |

8 Commenti:

  Alle 7:48 PM Blogger Gilesteta ha fatto una pausa per dire:
nel tempio dell'apparenza omologata, essere controcorrente. BLASFEMIA
;D
  Alle 11:08 PM Blogger Unknown ha fatto una pausa per dire:
Ti fai sempre riconoscere ! ;-)
  Alle 11:25 PM Blogger DiamondDog ha fatto una pausa per dire:
Ma esistono ancora le discoteche?
Maddai......
  Alle 6:52 AM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Sembra una cosa agghiacciante :-(
  Alle 9:51 AM Blogger Brian ha fatto una pausa per dire:
Mamma mia quanto sto ridendo...mi sembra di essere li....perchè non parli del timbrino???necessario per entrare ne privè, no???
E rido ancora......

Baci
Brian
  Alle 11:44 AM Anonymous Anonimo ha fatto una pausa per dire:
Discotengi.
  Alle 12:19 PM Blogger FB ha fatto una pausa per dire:
beh, ma ora che sei forte e sicura vai ancora in discoteca? quando si diventa grandi ci sono i wine-bar, perbacco!
a parte tutto, un tratteggio eccellente della società moderna, trishtessaaaa.
  Alle 12:26 PM Blogger Tengi ha fatto una pausa per dire:
è stata una svista, non lo farò più.