martedì 11 marzo 2008

Tengi l'anti-geek

In un'epoca in cui imperversano le donne geek (preciso che c'ero anche io alla Girl Geek Dinner, e aggiungerei immeritatamente), accade che uno strumento utilizzatissimo come Twitter presenti le proprie magagne a una gentile utente scelta a caso tra parecchie migliaia. E a chi poteva toccare di evidenziare le problematiche di una easy-piattaforma che ormai usano tranquillamente anche i bambini? A Tengi, a chi sennò!
Quello che accade è che i Direct Message a me indirizzati compaiono nella mia lista twit pubblica, contrariamente a quanto dovrebbe accadere.
La comunità di twitter mi è subito venuta in soccorso (soccorso femminile, grazie a pm10), ma nemmeno l'esimio Andrea Beggi aveva mai sentito nulla di simile.
Quale nuova untrice di Twitter, mi auto assegno la fascia di Anti-Geek dell'anno, e mi ritiro in separata sede a scrivere una mail infervorata allo staff di Twitter per segnalare il problema.
Nel frattempo, evitate di scrivere messaggi pivati al mio account di Twitter, a meno che non siano cose che chiunque può leggere.
Lo so, così non c'è gusto, ma che ci volete fare.

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giovedì 6 marzo 2008

Un post annidato

Stamane ero in riunione da un Cliente.
E vagavo con la mente.
Sul blocco di fronte a me ho appuntato velocemente un paio di idee per un post.
Ora le rileggo e non capisco più che cosa diavolo ho scritto.
"lib. c des. k"
Niente da fare.
Era un'idea bellissima, sono sicura!
Avrei svoltato con quel post.
E adesso faccio un post su questa cosa che avevo un'idea per un post.
Cosa non si fa pur di salvarsi in corner.
Un post annidato.

C'era una volta un re che disse alla sua serva, "scrivimi un bel post": e il post incominciò: c'era una volta un re, che disse alla sua serva, "scrivimi un bel post": e il post incominciò: c'era una volta... [continua]

(Questo per dire a quell'amico che ostinatamente si rifiuta di appuntarsi le idee su un taccuino, che può continuare tranquillamente così.)

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martedì 4 marzo 2008

Far riemergere il sommerso

Ora che ho avuto modo di conoscere alcuni dei miei lettori e scambiare dati e account vari, accade che alcuni commenti ai post mi arrivino direttamente via chat.
Immagino che tale processo di trasferimento della comunicazione dalla prima linea alle retrovie sia comune a molti blogger praticanti, e sebbene sia consapevole di non poterlo arrestare in alcun modo, continuo comunque a preferire i commenti "veri", e la sensazione che si prova nel veder salire il contatore.
Come già dissi: diamine, sennò il blog cosa lo aprivo a fare?

Citerò ora i commenti al post precedente:
1) "Sudando in mezzo alle tette" Che artista
2) Donnetta mai
3) letto...
4) si bello
Magari il fatto di scrivere un commento che fosse visibile a tutti obbligherebbe i suddetti ad essere un po' meno criptici e sintetici, che ne dite?

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mercoledì 20 febbraio 2008

Quel sottile piacere...

... di trovarsi in mezzo ad una discussione in tema di blog e no, dire, non ne ho mai letto uno, di che stramba diavoleria si tratta?
Chi non lo ha mai provato.

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lunedì 18 febbraio 2008

Prigionieri nella torre più alta

Non è forse il blog uno strumento che utilizziamo per dire al mondo: "qualcuno mi venga a salvare"?

Dall'incoerenza, dall'insicurezza, dall'infelicità, dallo scarso talento, dalla monotonia, da un eccessivo rigore, dalla solitudine, dalla mancanza di amore, dall'orgoglio, dal furore, dall'invidia, dall'ordine maniacale, da una indicibile perversione, dall'egocentrismo, dalla nullità, dalla simpatia gigiona, dalla paura valere molto poco, dal io non sono così come appaio...

E voi, qual è il vostro drago personale?

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venerdì 1 febbraio 2008

La pensata delle 17

Secondo me quando uno aggiunge un blog nel proprio feed reader prima o poi finisce per non leggerlo più, o comunque meno spesso, o comunque con meno attenzione di prima, quando lo raggiungeva tramite link diretto.

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mercoledì 30 gennaio 2008

Come appena nata

La nomination da Z-w4n agli Z-Blog Awards nella categoria Z-Blogger dell'anno mi fa sentire giovane e fresca, come appena nata.
Se vi va, sappiate che quest'anno votare sarà molto più semplice dell'anno scorso: grazie a dio hanno pensato anche a noi vecchietti.
[Amor di patria mi obbliga a segnalare anche VeronaBlog, attivissima community dei blog di Verona e provincia, presente nella categoria Z-Blog di gruppo.]

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venerdì 18 gennaio 2008

Tecnicismi spinti

(Solo per utenti esperti)

Mi domando: qual 'è il senso dei mini-blog come Tumblr, se poi la maggiorparte delle persone li usa come mero elenco di link di interi post di altri blogger, aggiornando bovinamente l'elenco ogni qual volta viene scritto un nuovo post?

Il Tumblr in questo modo si riduce ad una specie di Feed Reader condiviso: un feed reader linkazzuto però, che per questo vale tanto oro quanto linka, perché i link da Tumblr sono preziosi appigli per scalare la Torre di Babele.

Per smascherare il sommerso ed eliminare i segreti accordi tra Tumblratori e Tumblrati - "ti prego, (ec)citami col tuo Tumblr" - suggerisco di togliere dalle metriche Blogbabel anche i link da Tumblr, e, dato quel che ne rimane, lasciare spazio ad una onesta e consapevole classifica basata solo sulla taglia di reggiseno.

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sabato 5 gennaio 2008

La torre di Babele

E' la fine.
Sono ufficialmente parte del circolo vizioso dei blogger.
Sono una blogger, sì.
Fino ad oggi mi limitavo a tenere sott'occhio il numero di visite, i link, a rosicare talora per i pochi commenti, domandandomi se il motivo fosse un pezzo scritto male o troppo lungo, e a dedicare un po' del mio tempo a pensare ad argomenti nuovi.
Fino ad oggi mi facevo prendere per il culo dagli amici per il fatto che ho un blog e che ci perdo le ore dietro, e pensavo che ciò costituisse il dazio da pagare per essersi appassionati ad un mondo fittizio e un po' stupidognolo, talvolta. Talvolta no, ma insomma, gli amici mi pigliano per il culo lo stesso.
Ero sostanzialmente d'accordo con chi mi diceva: "Per carità non dire Blogger come se dicessi Ricercatore alla NASA, santiddio, sono persone normali con una vita normale e con un hobby che è quello di scrivere dei cazzi loro in rete, sai che novità."
Tutto questo sino ad oggi.
Oggi ho realizzato che ci sono dentro fino al collo.
Perché oggi ho letto quanto scritto qui e provato il bisogno di scrivere qualcosa a mia volta.
E questo significa che sono blogger, che sono social, che ho il desiderio di entrare in discussioni a tema blogosfera pensando di avere il diritto di dire la mia e, peggio ancora, pensando che la mia possa fregare a qualcuno, che senta il bisogno di partecipare ad una discussione per la quale futile non è l'aggettivo più interessante.

Gli editor di Blogbabel affermano che i bambini imbroglioni d'ora in poi non avranno più modo di scalare la Torre. Basta catene, basta bicchieri di spumante marca ASCII, basta post unti di link, basta! Il problema sarà risolto mediante implementazione di un sistema di controllo che scarta la malafede. Automatico, eh.
Ci ho pensato e vorrei averlo io. Un algoritmo che filtra la cattiveria e la piaggeria. Ne esiste una versione spendibile al mercato? Perché gli strilloni mi attirano sempre col prezzo più basso e poi mi rifilano i pomodori marci.
Quindi no alle catene, lacci e lacciuoli. O meglio, no alle catene "cattive", sì a quelle che hanno un senso. E' ammessa ad esempio la
catena sui blog che fanno pensare: "Indicate i cinque blog che secondo voi fanno pensare."
A me fa pensare che qualcuno proponga una catena sui blog che fanno pensare.
E per finire l'esimio
Beggi, leggo qui, afferma che "la classifica è una buffonata perché fotografa buffoni.". E meno male che ce lo diciamo da soli.

Insomma siamo sinceri. A me capita che se mi dimentico del PC per qualche giorno e me ne vado in vacanza riesco anche a fregarmene delle classifiche. Poi è chiaro, torno al mio lavoro di emme, mi accartoccio sulla scrivania e su me stessa, e durante le pause caffè sento il bisogno irrefrenabile di fare lurking selvaggio e insultare un po' di gente così, tanto per sfogare l'odio represso. E' normale.
Un amico che lavora in un giornale riporta che all'interno delle redazioni giornalistiche i blogger sono considerati come la peggior feccia in circolazione, come un popolo di vicendevoli leccaculi, come una cricca di inutili tacchini, come una marmaglia di sfigati. L'ha detto lui.
Immagino però che ci sia una categoria di lavoratori che a sua volta considera i giornalisti della carta stampata come un popolo di pigliànculi, e in tal caso giustizia bloggara è fatta.
Certo mi sento un pelino piccata da queste affermazioni perché io sono blogger e anche noi blogger abbiamo il nostro perché. Ognuno di noi ha un suo perché. Sul perché collettivo, beh, io ci spenderei qualche ricerca in più.
Infine, facciamo una prova: infiliamoci le scarpe, usciamo, e andiamo a spiegare il senso del dibattito sulle classifiche di Blogbabel all'uomo della strada, che può essere un amico che di mestiere fa il restauratore di mobili, oppure nostra madre, o ancora il tizio che ci vende i giornali la mattina.
Proviamo a far capire loro che cosa è Blogbabel, che cosa ci si guadagna a essere in cima alla classifica, e perché mai ci sono persone che perdono il sonno a studiare metodi che filtrino i link buoni da quelli cattivi. Chi ci riesce zompa di diritto al primo posto della classifica.

Poi ecco, proprio ieri sera sentivo al telegiornale che il numero di incontri su Internet a scopo sesso/amicizia/amore ha di questi tempi superato il numero di incontri nei luoghi sociali "standard", e qualche domanda me la faccio. Perché se stare in cima alla Torre di Babele significa avere maggiore visibilità, e quindi maggiori possibilità di riprodursi, beh, se ne va della conservazione della specie allora ecco che tutto ciò ha un senso.

Per quanto mi riguarda, guardo alle classifiche quando purtroppo non ho di meglio da fare, e per capire dove sto e per capire come sono fatte le graduatorie. Ora che ho capito che sono fatte a culo fa poi lo stesso. E ce n'è più di una, e ognuna ha i suoi criteri, e vai a stabilire qual è quella più attendibile.

Per il resto, vorrei che la classifica mi aiutasse a realizzare i miei desideri: cambiare lavoro, comprarmi una casa, ma so che non lo farà. E allora che si fotta. Personalmente prendo la blogosfera come un luogo come tanti. Carino a volte, a volte no. E ognuno ci bazzica spinto da motivazioni sue, da un suo perché.

Il mio perché è che mi piace scrivere, come piace a tante altre persone con o senza la pecetta del blog.
Il mio perché è che si incontra gente simpatica, tra cui qualche beone con cui far baracca, che è poi la cosa che conta, una volta accantonata la possibilità di riuscire a comprarci una casa.

Insomma la blogosfera è una delle forme possibili di aggregazione, simile a tante altre che imperversavano una volta, quando non c'era il PC.
Avevo un'amica che si era fissata con le Tane di Lupo Alberto, ritrovi periodici dei fan di Lupo Alberto, il fumetto di Silver. E partecipava a cene, feste, ritrovi agresti organizzati in tanta malora solo per dire io c'ero. E avere l'occasione di conoscere persone, stare allegri, pomiciare, fare a gara sul chi ce l'ha più lungo o grosso o lento o svelto o intelligente, secondo le graduatorie di quei tempi e di quei luoghi: chi conosceva meglio le strisce del beniamino, chi sapeva disegnare meglio, chi era più figa. Ci si conosceva, si stava insieme, si parlava, ci si scriveva una volta tornati a casa. Odi, amicizie, limonate fugaci.

Vedo i Bar Camp di oggi come le tane di Lupo Alberto della mia amica. Ci si conosce, si sta insieme, si discute, ci si scrive una volta tornati a casa. Non ho mai avuto modo di andarci, ma un giorno magari...spero solo che non mi succeda quello chè successo a lei.

Lei che andava sempre alle Tane di Lupo Alberto, lei che non se ne perdeva una.

E' tornata incinta.

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