L'essere parte di una delle famiglie aziendali "che contano" ha innegabilmente i suoi vantaggi, tra cui la possibilità di partecipare al celeberrimo meeting.
Il meeting annuale, che si svolge all'avvenuta chiusura del bilancio, ha lo scopo di presentare i risultati raggiunti nel corso dell'anno a tutti i sottoposti che hanno contribuito al successo aziendale.
In realtà è risaputo che lo scopo vero del meeting è quello di assecondare il risveglio primaverile degli istinti impiegatizi per mezzo di un simpatico ritrovo in ambiente bucolico, permettendo così ai sottoposti di percepire appieno il richiamo della natura, respirare aria buona, sentir cantare gli uccellini, trascorrere qualche ora serena, affinchè possano ricordare a se stessi, allora e per sempre, o almeno sino all'arrivo delle vacanze estive: "Si, sono ancora vivo: mi pareva di no, e invece si. Grazie."
Per il meeting di quest'anno, i grandi capi apriranno i recinti del canile aziendale ad una selezione scelta di esemplari, di cui pare farò parte, per un paio di giorni. Ci porteranno in un'amena località marittima e lì ci toglieranno i guinzagli, lasciandoci liberi di scorrazzare per i prati a sgranchirci le gambe. Ci lanceranno qualche legnetto e noi lo rincorreremo felici, ansiosi di acchiapparlo al volo per poi riportarlo al padrone. Al termine della gita, saremo ben felici di rientrare in canile, tutti scodinzolosi e grati al nostro padrone per la magnanimità dimostrata.
Ora, sappiate che tra le file impiegatizie dei fortunati invitati serpeggia sin da ora una certa fibrillazione per l'evento, il che è comprensibile data la monotonia che contraddistingue le giornate qui al canile.
Nello specifico, c'è già chi pensa a problematiche delle quali sinceramente io ignoravo l'esistenza, tra cui la selezione del miglior compagno possibile per il pernottamento in albergo; pare che sia questione di vitale importanza, da cui dipende l'esito dell'intera operazione.
Un po' come ai tempi delle gite scolastiche delle superiori, quando tutti cercavano di prenotarsi per dormire nelle stanze "giuste", quelle dove ci si riuniva in 15 e si faceva casino, evitando come la peste le stanze dei secchioni, dove già alle 10 si dormiva.
E, proprio come alle superiori, scopro di essere gettonatissima, in quanto una collega, che peraltro non conoscono benissimo, mi ha già chiesto la disponibilità a dividere con lei la stanza d'albergo, con un'anticipo davvero sorprendente sulla data effettiva dell'evento.
Io ho subito accettato di buon grado, innanzitutto perchè credo che a stare in camera con la solita dirimpettaia potrebbe venirmi il latte alle ginocchia, e poi perchè pare che la mia futura roommate abbia una situazione sentimentale travagliatissima e incasinatissima e interessantissima, tanto che se le viene in mente di parlarmene (e lo farà) ci sarà da divertirsi e da trarne parecchi insegnamenti. E poi è simpatica.
Tuttavia, trascorsi 10 minuti dall'invio della mail di conferma, mi accorgo del guaio in cui mi sono cacciata. E realizzo che dormire con una collega comporta svelarle ogni minimo dettaglio relativo alla propria intimità, abitudini, toeletta, igiene personale, modalità di riposo notturno. Come elemento peggiorativo, la collega in questione è la più stilosa e fashion-addicted dell'intera azienda, e cura se stessa e il proprio fisico con una precisione da miniaturista del 1200. Ne concludo che non sono ammesse figure di merda: lo sputtanamento aziendale globale termonucleare intergalattico è dietro l'angolo.
Ci ho messo due giorni per elencare tutte le cose che dovrò fare, e ci metterò un mese a farle. Punto primo: selezione del guardaroba che si vede e anche di quello che di solito non si vede, come biancheria intima, pigiama, ciabatte.
Quindi mi toccherà abbinare la biancheria intima, per non fare la figura di quella che proprio in quei giorni ha fatto la lavatrice e ha la roba migliore stesa ad asciugare. Dovrò poi presentarmi con un pigiama degno, anziché la solita T-shirt contro-ogni-tentazione. Quindi eseguire opportuna azione preventiva contro l'insorgere di qualunque tipo di cattivo odore possibile e futuribile. Che ora come ora non dovrebbe comparire, ma si sa che le calde giornate long-lasting mettono a dura prova le ghiandole sudoripare.
E poi, a -3 giorni, non prima, scatterà la lotta al pelo superfluo, per non fare quella che si depila solo per andare al mare. Come minimo lei sarà glabra da 10 anni. E come se non bastasse, si presenterà di certo con il capello parrucchierato di fresco... che palle: mi sono infilata in un cul de sac senza possibilità di ritorno.
Comincio a pensare che dormire per la prima volta con una collega, imbarazzi a parte, sia peggio che dormire per la prima volta con un uomo: con gli uomini non è tutto 'sto casino.
Certo, noi donne ci teniamo comunque a far bella figura, ma senza che ce ne sia una reale necessità. In certe situazioni gli uomini son talmente accecati dai proprio ormoni che non si accorgerebbero di una peluria a livelli di Primate, di una ricrescita mostruosa o di mutande vergognosamente sdrucite.
Si certo, ci sono alcuni uomini che fanno i grandi e sostengono di essere acuti osservatori e di fare attenzione ai dettagli eccetera eccetera. Ma io sono convinta nel momento clou non noterebbero nemmeno la presenza del terrificante gambaletto color carne.
Per queste cose non c'è niente di peggio di una collega. Donna.
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